MORTE E VITA E’ NEL POTERE DELLA LINGUA 

Mentre percorriamo questa epoca  dove manca la conoscenza della Verità , dovremmo essere vigili e consapevoli dell’identità in cui stiamo camminando.  Dovremmo essere vigili affinché la nostra veste non sia macchiata dalla minima macchia di carnalità  e che la vergogna della nudità umana non si manifesti.  L’arte della vigilanza riguarda il mantenimento della conoscenza della vera natura divina di Dio che possiedo dall’eternità.  Ciò che penso di essere rappresenta la mia confessione, e di conseguenza i frutti sono chiaramente visibili: l’albero cattivo produrrà i frutti cattivi della morte, mentre l’albero buono produrrà i frutti buoni della vita.   

Quello che confesso di essere mi mantiene nella vita o fa il contrario, cioè mi uccide.  In parole semplici, la mia confessione è l’unico fattore che determinerà il mio percorso in questo mondo presente e nei secoli a venire.  

 Proverbi 18:21 La morte e la vita sono nella potenza della lingua; e quelli che l’amano ne mangeranno il frutto. 

 Come il piccolo timone che solleva un grandissimo nave o una piccola ruota di comando che dirige un enorme aereo, così la confessione della piccola lingua  determina il mio percorso nella vita.  La confessione in questo contesto parla di autoidentificazione, la mia intima convinzione di chi sono.  Se mi identifico in verità con la  vera creatura di Dio che è la mia propria immagine invisibile e incorruttibile, posso solo vivere. Invece, se mi identifico erroneamente con un altro,  cioè in ciò che è terrestre e mortale, subisco la corruzione e la morte.   

Il vero testimone vive interamente per conto del nome eterno del Padre e così gli è concessa l’entrata nella gloria del Padre:se siamo l’immagine del Dio vivente dobbiamo confessare questa realtà vivendo in essa, questa è la volontà di Dio.  Il falso testimone o bugiardo vive dell’illusione di un’esistenza umana e quindi perde spontaneamente la benedizione eterna e scivola più lontano verso una maggiore schiavitù spirituale.   

Proverbi 19:5 Il falso testimone non resterà impunito, e chi proferisce menzogne non avrà scampo.  

Proverbi 19:9  Il falso testimone non rimarrà impunito, e chi proferisce menzogne perirà.  

Può confondere la mente umana religiosa sapere che non c’è nessuno che ti benedica o che ti maledice. Non esiste un essere nascosto che mi sta controllando per benedirmi o maledirmi, queste sono soltanto superstizioni derivata dalla mente ottenebrata degli uomini.  

Il mio percorso nella vita dipende esclusivamente da ciò che confesso di essere, semplicemente raccolgo ciò che semino attraverso la confessione dell’essere. La mia confessione di essere o fa sì che il giardino fiorisca abbondantemente o appassisca in uno stato perpetuo del deserto.   

Paolo dice in modo eloquente chiaro:Non v’ingannate, Dio non si può beffare, perché ciò che l’uomo semina, quello pure raccoglierà. 8 Perché colui che semina per la sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione, ma chi semina per lo Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. 9 Or non veniamo meno nell’animo facendo il bene; se infatti non ci stanchiamo, raccoglieremo a suo tempo. “  

Io semino allo Spirito (il Signore) vivendo nel Suo nome e, invece seminare nella carne significa vivere nell’esistenza umana inferiore in questa epoca materiale. 

 Confessare il nome del Signore e vivere esclusivamente nel suo nome richiede pazienza, perseveranza, continuità e pura fede in questo mondo di apparenze ingannevoli. Se continuo in questa confessione della santissima fede vivendo nel nome del Signore, io raccolgo la vita eterna. La vita eterna appartiene solo al Signore. Questa è la strada stretta per la vita.  

La proverbiale storia di Adamo è un esempio di come l’uomo è ingannato nel mettere da parte la sua identità divina per quella di un uomo mortale e quindi eredita la maledizione dell’alienazione dalla vita di Dio. La confessione di Adamo cambiò da essere  '”Io Sono”, l’immortale e incorruttibile Signore della Gloria a quella di un essere inferiore della polvere sottostante. Dal momento in cui Adamo ha assunto l’identità dell’uomo mortale, il fruttuoso giardino diventa un deserto come un accampamento e mentre continua ad identificarsi con l’essere mortale, muore per la sua ignoranza.  

il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. 18 Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi; 19 mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni alla terra perché da essa fosti tratto; poiché tu sei polvere, e in polvere ritornerai».  (Genesi 3: 17-19) 

  Nota che Adamo sta semplicemente raccogliendo ciò che semina (il suolo sarà maledetto per causa tua), nel senso che nessuno lo  sta maledicendo o benedicendo. Se confesso e vivo nella verità, sarò libero dalla prigione della morte dove i mortali dimorano. Se cammino nella menzogna, eredito semplicemente il frutto della morte. Io faccio tutte le cose, e tutte dipende dalla mia confessione di essere.  

 Il Maestro dice che con le tue parole sei giustificato e ti viene concesso pieno accesso alla bontà piacevole di Dio o sei condannato e gettato nelle tenebre fuori dove c’è pianto e stridore di denti. La confessione del Cristo il vero in me, mi allinea con il divino, mentre la confessione di essere umano annienta l’uomo dalla vita stessa di Dio.  

  Poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole sarai condannato» Matteo 12:37

Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. Romani 6:23 

 Il salario del peccato è la morte, o possiamo dire che la ricompensa di confessare un’identità sbagliata è la morte. Camminare in un’identità falsa è paragonabile a idolatria ovvero usare il nome di Dio in vano.  

Il dono della vita eterna è ricevuto riposizionando la nostra coscienza nell’identità dell’uomo celeste di Dio e vivendo in lui. 

In effetti tutti gli uomini hanno in qualche modo partecipato a questo atto di disobbedienza e così hanno gustato questo fenomeno chiamato morte e si attengono a esso fino a quando la luce del mondo non si è manifestata su di loro. L’effetto illuminante di questa grande ispirazione dall’alto rivela la vera natura divina che possediamo dall’eternità dandoci la possibilità di fuggire dalla corruzione che è nel mondo quaggiù.   

Cristo è quell’unico uomo celeste che ogni uomo deve vedere con gli occhi rivelatori dello Spirito. Tutti devono vederlo e credergli come  loro vita e vivere per mezzo di essa. 

 Si tratta di confessare il divino come la mia vera vita.  

 Cosa facciamo allora?  

 Con pazienza, cambiamo  la nostra confessione e camminiamo in novità di vita secondo lo Spirito per sempre. Facendo questo,  abbiamo garantito l’ accesso alla nuova era del regno di Dio.  

Pace

Fratello Trevor Eghagha

 

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