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APOCALISSE DEL CRISTO


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NARRAZIONE AUDIO

"Io sono l'Alfa e L'Omega, l'inizio e la fine, dice il Signore, che e' , che era e che sara', l'Onnipotente"(Apocalisse 1:8).

Il famoso incontro di Mose' con l'invisibile  presenza nel roveto ardente sulle cime dell'isolato monte Sinai  rimane uno dei punti piu' illuminanti degli antichi testi sacri. In teoria tutte le scuole di pensiero attingono a questo episodio storico peculiare. La sua interazione con la voce dichiarantesi «IO SONO COLUI CHE SONO» e' una esperienza di risveglio riservata ad ogni uomo in questo mondo presente. (Esodo 3)

"Io Sono" e' tutto cio' che la grande tromba di Dio dichiara all'umanita' quando essa realizza il risveglio tanto atteso introducendola nell'alba di un nuovo giorno eterno. All'udire il grande grido si risvegliano tutti coloro che stanno dormendo nel cimitero di vita mortale e tornano in quella vita senza fine che si autoproclama "IO SONO....". A causa di questo simbolico incontro, dopo avere attraversato questo regno, proprio in quel giorno, il corpo di Mose' non fu mai trovato. Molti anni dopo egli sarebbe apparso al fianco di Elia con Gesu' nella nube gloriosa, una scena che la dice lunga.

Molti argomenteranno che sta scritto che Dio seppelli' Mose'! Vorrei piuttosto che ascoltaste quello che dice lo Spirito invece delle lettere, perche' lo Spirito proclama vita. Siamo incoraggiati vieppiu' a prestare attenzione a cio' che lo Spirito sta dicendo alla Chiesa, non solo semplice lettere di qualche umano ragionamento. Per correggere la mente errante dell'uomo, il Padre, Dio, non si comporta come un impresario di pompe funebri, ma al contrario la sua preoccupazione e' quella di fare muovere i morti e coronarli di vita. Egli e' il Dio dei viventi e non dei morti. Ricordate le parole di Gesu', "lasciate che i morti seppeliscano i morti". Dunque vi state sbagliando se immaginate Dio come un becchino che si occupa di seppellire i morti.

Giuda in un modo piuttosto curioso, scrisse brevemente dell'Arcangelo Michele e del Diavolo, che si contendevano il corpo di Mose'. Nessun uomo puo' comprendere questa visione se non gli e' dato dall'alto. Questi era il poderoso angelo che stava in mezzo al roveto ardente. L'Arcangelo Michele e' una semplice allegoria di messaggero di Dio che si manifesta in questo regno a nome di Dio.

Potrebbe essere Paolo, potrebbe essere Giovanni, e potresti essere tu; chiunque viva per conto di Dio puo' apparire come il Messaggero Michele. E' un corpo cooperativo di spiriti perfezionati nei luoghi celesti che parlano con la voce dell'Onnipotente, l'"IO SONO". Potete chiamarlo anche il braccio di Dio sulla terra. Egli soffia l'ultima tromba ed emette il suono fragoroso dichiarante il mistero dell'"IO SONO". Egli appare per vivificare i santi che dormono nella polvere della mortalita', semplicemente trasmettendo loro il battito del cuore del Padre. Questo si e' visto nella visione di Daniele, dove ci si riferisce a Michele come il grande principe che si erge per conto del popolo di Dio per liberarlo dal potere tombale. (Daniele 12)

L'ora viene, ed e' gia' venuta, in cui quelli che dormono nelle loro tombe odono questa comunicazione da parte di Dio e si risvegliano di nuovo alla vita dell'"IO SONO". Tutti questi eventi stanno attualmente accadendo nel bel mezzo della terra ma sono nascosti al mondo esteriore. L'Arcangelo ( corpo dei messaggeri di Dio) si erge e combatte, per conto dei santi, rivelando cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. In poche parole, si svela cosi' il mistero di Dio all'umanita' ed in questa conoscenza gli uomini sono salvati.

Questa e' la voce del settimo angelo menzionato nel libro dell'Apocalisse (Apocalisse 10:7). Come Mose', non appena voi entrate in contatto con la rivelazione dell'"IO SONO", c'e' una battaglia nei vostri cieli,  sostenuta per sciogliervi e liberarvi da ogni credenza satanica che vi tiene legati alla mortalita' ed alla morte. La morte in tal senso e' la sensazione di una vita separata dal Dio vivente. Satana ed i suoi angeli devono essere cacciati fuori dai vostri cieli, ovvero ogni fortezza spirituale che guerreggia e si oppone fortemente alla sacra conoscenza del Cristo in voi, dev'essere abolita per sempre.

L'interazione di Mose' con l'"IO SONO" e' stata usata come un esempio che illustra il percorso per la vita eterna. Come sta scritto che non tutti moriranno, questi sono i figli di Dio che hanno riscoperto se' stessi nell'"IO SONO". Lo Spirito attesta questo mentre dichiara:" Tu non permetterai che il Tuo Santo subisca la decomposizione". Mose' si qualifico' per questo onore, essendo asceso in alto, e stette sul luogo santo. Questa ascesa e' nello Spirito, l'"IO SONO", e stare sul Suolo Santo comporta totale consacrazione alla presenza che dimora nel roveto. Durante questo santissimo incontro, Mose' fu innestato come un ramo di quel roveto ardente in modo tale che il suo aspetto dinanzi al Faraone d'Egitto fosse come la comparsa di Dio che appare per giudicare il principe di questo mondo. Tutte queste cose sono registrate per voi, che cercate la gloria del Padre.

Come per Mose' che stette dinanzi al roveto ardente, la volonta' di Dio e' che tutti  gli uomini facciano lo stesso e si risveglino alla realta' del mistero di questa presenza in mezzo ad esso. Nel contemplare le profondita', le altezze e le grandezze di questo mistero immenso, sarete convertiti ad esso.

Tutto cio' che un ricercatore della verita' dovra' fare , e' stare immobile, e in questa immobilita' ecco che appare questo grande spettacolo. Stando fermo a guardare e ad udire, prestando attenzione alle voce Signore, "vedrete Satana cadere giu' come la folgore". Vale a dire, non piu' alcuna influenza della morte su di voi. Benedetti i vostri orecchi ed i vostri occhi perche' essi vedono ed odono il mistero dell'"IO SONO". Questa e' la vera vita eterna che l'uomo deve riscoprire per vivere ancora. Questo principio si applica ad ogni cosa, non importa se nel corpo materiale o no, questa e' una cosa che bisogna provare ad un certo punto della vita, anche in senso reale, non solo in mere ombre. Dopo questa esperienza, voi, come Mose', non sarete mai piu' gli stessi, ma vorrete vivere tutto il resto della vostra vita per quella presenza.

Per anni, un mio amico stretto , che e' molto dotato del dono delle visioni, avrebbe visto sia il roveto ardente che la menorah (il candelabro dai sette bracci d'oro), tutta scintillante ad intermittenza. Il Signore comincio' a rivelarmi che in effetti essi erano la stessa cosa, e quanto quell'esperienza che fece Mose' davanti al roveto ardente fosse simile a quella di Giovanni dinanzi all'Alfa ed Omega, nel primo capitolo del libro di Apocalisse. Guardando con le lenti dello Spirito, possiamo assimilare quel roveto ardente ai sette candelabri d'oro in mezzo ai quali cammina l'"IO SONO", che e' l'Alfa e l'Omega, vale a dire l'inizio e la fine di ogni cosa ( Apocalisse 1:12-13, Apocalisse 2:1).
Per comprendere i sette candelabri d'oro e' bene tornare indietro al Vecchio Testamento, tenendo presente che ogni sua parte e' un linguaggio simbolico rivelante il mistero di questa invisibile presenza che si dichiara come l'"IO SONO".

Non c'e' da stupirsi che  Mose' avesse ricevuto un modello del tabernacolo terreno con precise istruzioni per costruirlo esattamente nel modo che gli era stato rivelato. Cio' che Mose' ricevette era semplicemente uno sguardo dentro il mistero dell'invisibile "IO SONO", traslato in forma materiale. Dai particolari di questo disegno, si vede che i sette candelabri d'oro dipingono un mandorlo dorato fiorito con sette rami e sette fiamme. Questa e' una pura e semplice ombra della sua controparte celeste nei cieli. Esso fu scolpito da un unico blocco di oro a dimostrazione della divina indissolubile connessione tra il fusto ed i sette bracci dorati.

Da Esodo 25:31-32:" Farai anche un candelabro d'oro puro; il candelabro ,il suo piede ed il suo tronco saranno lavorati al martello; i suoi calici, i suoi pomi ed i suoi fiori saranno tutti di un sol pezzo con il candelabro. Dai lati gli usciranno sei bracci; tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dall'altro;..."

Lo Spirito rivelera' ancora che i sette bracci sono le sette chiese. Mentre lo stelo e' l'"IO SONO", che cammina in mezzo ad esse.

Apocalisse 1:12 :"Io mi voltai per vedere chi mi stava parlando. Come mi fui voltato, vidi sette candelabri d'oro. E, in mezzo ai sette candelabri. uno simile ad un Figlio d'uomo."..20: "Il mistero delle sette stelle che hai viste nella mia mano destra, e dei sette candelabri d'oro. Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese, e i sette candelabri sono le sette chiese".

Lo Spirito ando' con una lista dettagliata di elementi ad istruire Mose' per la costruzione del tabernacolo, tutto per dimostrare l'interconnessione dell'uomo con l'"IO SONO". Il roveto ardente ed i sette candelabri d'oro parlano dell'immateriale, imperituro ed indistruttibile corpo del sistema dell'"IO SONO". Esso e' immutabile e quindi inconsumabile dal fuoco. Quando un uomo compare dinanzi a quel roveto ardente, come stoppia, ogni ragionamento carnale che oscura il mistero di tale albero divino viene bruciato via per sempre. Questo e' sinonimo dell'apparire davanti al trono del Giudizio di Cristo. L'intera idea di questo santissimo incontro e' quella di fare si' che l'uomo veda il mistero di questo albero celeste e di conseguenza si riconnetta consapevolmente ad esso.

L'"IO SONO" e' l'eterno albero nei cieli; esso e' l'albero della vita, e voi siete i rami divinamente connessi ad esso. Questa realta' e' una cosa che e' sempre esistita, ma l'uomo nella sua esperienza terrestre ne perde traccia, a causa di una mentalita' ottenebrata per l'influenza di questa eta' materiale.

Rinfreschiamoci la memoria con queste parole di Gesu': Giovanni 15:5-6:"IO SONO la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me, e nel quale Io dimoro, porta molto frutto; perche' senza di me non potete fare nulla. Se uno non dimora in me, e' gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, e si gettano nel fuoco".

L'"IO SONO" e' l'albero divino nei cieli, e noi siamo tutti rami ovvero le sue propaggini.  Solo ed esclusivamente in questa pura conoscenza ognuno puo' portare dei frutti e sperimentare il delizioso regno dell'Eden. Ogni uomo deve sapere che non ha la suavita individualeda se' stesso, ma che egli e' piuttosto una espressione del Dio vivente, l'"IO SONO". La vostra pace, stabilita', gioia potere ed il vostro benessere dipendono completamente dalla vostra abilita' di riconoscervi e mantenervi in questo sistema celeste. Chiunque si assenti da questo sistema, da questa realta', spontaneamente diventa soggetto al mondo mortale e perituro di apparenze e come dice Gesu', viene raccolto via e gettato nel fuoco. Questo succede al ramo che si e' separato dall'albero della vita, e quindi appassisce spegnendosi, ovvero e' il candeliere che viene tolto via da questo posto e quindi la sua luce si spegne.

Quel ramo appassito senza vita deve entrare da capo in contatto con le eterne fiamme della verita' ed essere dissolto per sempre, in modo che cio' che ne resta e' il vero ramo spirituale connesso alla vita divina. Ogni traccia della umana mentalita' carnale dev'essere dissolta non appena l'uomo si pone faccia a faccia con quel roveto ardente. Il taglio, la rifilatura e la purificazione devono continuare a lungo mentre l'uomo si mantiene in questo sistema di Dio.

Nella Sua qualita' di messaggero di Dio, la comparsa di Gesu' in questo regno avvenne solo per il proposito di rivelare il segreto dell'"IO SONO". Questo segreto e' la connettivita' dell'uomo con Dio. Egli non e' venuto per sostenere o fondare una nuova religione o una serie di nuove regole, tantomeno ha fatto del suo corpo di carne un idolo da adorare, ma e' venuto per rivelare la vera vita a tutti gli uomini. Non e' venuto per mettere in piedi un nuovo sistema ecclesiastico sulla terra, ma piuttosto per rivelare a voi che voi siete la Chiesa, il corpo, l'impianto, il regime dell'"IO SONO".

Tutte le cose che la legge e i profeti hanno sempre detto, erano semplicemente dei velati  riferimenti all'"IO SONO". L'"IO SONO"e' lo Spirito che pervade e riempie di se' tutte le cose; e' il Signore che non ha inizio ne' fine, il Vivente. L'"IO SONO" rappresenta anche il regno piu' elevato ed il piu' alto livello di coscienza che esprime se' stesso in ogni cosa che appare perche' all'infuori di esso non c'e' nessun altro; Egli e' il tutto. Questa e' l'eterna vita che manifesta se' stessa perche' tutti gli uomini vedano e capiscano, ed in essa risiede e riposa la consolazione di tutta l'umanita'. In essa si trova la fonte dei piaceri.....la gioia della terra intera.

E' scritto; la terra ed i suoi abitanti sono del Signore; tutte le cose visibili ed invisibili appartengono a Lui. Chi puo' capire queste esternazioni, e chi puo' veramente conoscere la risposta di questo enigma? Tale conoscenza e' nascosta, celata all'uomo terreno anche se egli puo' pensare in modo diverso. Il ragionamento umano e' il totale fallimento di questa elevata conoscenza. L'unico che puo' capire questo, e' colui che e' asceso consapevolmente , e sta nel luogo santo. Questo e' il motivo per cui lo Spirito ha ispirato lo scrittore a chiedere:"Chi salira'? O chi potra' stare in questo luogo santo?" Egli parla di una ascesa nella coscienza, dal naturale modello di pensiero umano verso quello della mente di Cristo, ricco nella conoscenza di Dio. La mentalita' spirituale di chi e' asceso e' l'unica capace di conoscere e sapere che il Signore riempie tutto in tutti. Egli non ha innalzato la sua anima alla vanita', e non giuro' ingannevolmente; esso si unisce al Signore ed al Signore soltanto. I suoi occhi di fiammeggiante vedono oltre le parabole e i simboli ed e' quindi del tutto consapevole che e' il Signore a manifestare se' stesso in tutte le cose, anche negli abitanti della terra; Egli e' colui che e' al di sopra di tutto, attraverso tutto ed in voi tutti.

Questo e' l'adempimento del grande segno sulla Alta Montagna di Dio quando la terra si riempi' della conoscenza del Signore, come le acque ricoprono il mare. In questa elevata consapevolezza di Spirito, diventa evidente che lo Spirito e' tutto in tutti; questa conoscenza e' potenza , pace e riposo per sempre. Colui che ascende, si risveglia al grido proveniente dalla montagna eterna e dichiarante; " Ascolta, Israele, il Signore tuo Dio e' Uno solo!", e di conseguenza si unisce a quell'Uno, adempiendo quindi spontaneamente la legge. Quando Gesu' diceva cose del tipo "Tutto cio' che il Padre possiede e' mio" e "Ogni potere in cielo ed in terra mi e' stato dato", potete comprendere il fatto che Egli era asceso alla identita' dell'Uno che dichiara di se' stesso "IO SONO".  

Tutti hanno la loro origine nel Padre, e tutti uscirono da Dio, ma per capire questo e' necessario realizzare un'ascesa nella consapevolezza. Colui che ascende risiede nel luogo santo, questo significhera' camminare in nome del nome del Signore, lo Spirito, perche' carne e sangue non possono in alcun modo arrivare li'. La Terra santa e' il regno del Signore del cielo. Questa e' la via che le bestie (cioe' gli umani ragionamenti) non hanno conosciuto, un sentiero, un paradigma riservato al Signore, quando Egli ritorna a Sion dalla sua esperienza umana.

Isaia 35:8-10:"; nessun impuro vi passera'; ma essa sara' per quelli soltanto, quelli che la seguiranno; anche gli insens"La' ci sara' una strada maestra, una via che sara' chiamata la Via santa ati non potranno smarrirvisi dentro. In quella via non ci saranno leoni; nessuna bestia feroce vi mettera' piede o vi apparira'; ma vi cammineranno i redenti. Iriscattati dal Signore torneranno, verranno a Sion con canti di gioia; una gioia eterna coronera' il loro capo; otterranno gioia e letizia; il dolore ed il gemito scompariranno".

Nel vostro risveglio, saprete che siete la Sua immagine e la prole dell'"IO SONO", e che la vostra vera abitazione e' sulle cime eterne di Sion. Avendo visto, udito e ricordato le vette dalle quali era caduto, l'uomo si pente, ponendo fine alla sua vita carnale, e ritorna a Sion. In questo consiste il messaggio simbolico passato a noi quando Mose' incontro' il Signore- l'"IO SONO"-nel roveto ardente. Durante questo sacro incontro, Mose' avrebbe raccolto con le mani un serpente in accordo con il segno del credente dato da Gesu'. Il serpente essendo un simbolo della natura terrestre altrimenti conosciuta come "carne e sangue". Il gesto di prendere e portare in alto il serpente rivela colui che ha superato la vecchia natura umana. La potenza della resurrezione, procedente nell'uomo lo solleva dalla natura bestiale ereditata dalla caduta di Adamo, alla natura celeste ed alla identita' del Signore dal cielo.

La visione che ebbe Giovanni dei 144.000 che stavano in piedi sul monte Sion e' una istantanea di quelli che sono stati riscattati tra gli uomini per stare nel luogo santo (Apocalisse 14:15). Questi non sono piu' uomini che vivono nell'errore di identificarsi con la carne ed il sangue ma bensi' come derivati, germogli , propaggini di Colui che era, che e' e che sara'.

Avendo ricordato il loro principio in Dio, hanno lasciato da parte la vita umana per camminare nel nome del Padre. Nella loro bocca non e' stata trovata alcuna menzogna, ed essi sono vergini perche' hanno riconosciuto l'"IO SONO" e confessano  unicamente il Suo nome e vivono esclusivamente per quel nome.

Nel tuo risveglio, tu saprai di essere quel colui che era, che e' e che è da venire, l'"IO SONO".

Benedizioni,
Trevor Eghagha.