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EBREI 4:9  9 Resta dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio. 10 Chi infatti è entrato nel suo riposo, si è riposato anch'egli dalle proprie opere, come Dio dalle sue. 11 Diamoci da fare dunque per entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza.

Le cose strane che avvengono intorno a noi in questo mondo non dovrebbero destarci meraviglia, perché il Maestro ha già dichiarato che: “in questo mondo, non avrete altro che tribolazione, ma solo in Me troverete la pace ed il riposo per le vostre anime”. Alcune persone oggi, dicono che il mondo sta peggiorando, ma se si osservano attentamente gli eventi passati della storia, si scoprirà che il mondo è sempre stato in tale stato. Crimini, omicidi, ingiustizie, malattie, povertà, guerre, disastri naturali, depressione, ecc. sono sempre esistiti, e saranno sempre in questo regno dell’esistenza, che chiamiamo mondo. Noè e Loth sono esempi allegorici di coloro che scoprirono il segreto della vita e fuggirono dalla corruzione, che caratterizza questo mondo. Se anch’essi scendessero dall’alta cima spirituale del Monte oggi, riconoscerebbero quella stessa anarchia e la medesima imperfezione, che ricoprivano la terra ai loro tempi. Il mondo rappresenta le tenebre spirituali; è una dimensione esistenziale che in alcun modo, raccogliere i frutti pacifici e caritatevoli dello Spirito di Dio, non conta quanto l’uomo tenti. Continue ricerche non risolveranno i problemi, le continue teorie porteranno soltanto a molte più teorie, e nemmeno le numerose religioni insieme ai loro codici di condotta potranno in alcun modo guarire il mondo dalla corruzione. Questo è quanto il parroco intende, quando dice: “Ciò che è storto non può essere raddrizzato; e ciò che manca non può essere contato” (Ecclesiaste 1:15).

C’è una via d’uscita da questa follia e da questo marcio, una via da cui i saggi di quest’epoca si allontanano, perché scarta le varie torri e credenze, che l’uomo ha eretto intorno a sé. Si tratta della via che l’amore di Dio manifesta, tramite l’apparizione che Suo Figlio ha consacrato per noi oggi, un percorso che conduce al riposo e alle delizie, celati dai saggi di quest’epoca e rivelati ai bambini.

In merito alla consapevolezza di Cristo, Gesù una volta disse: “Venite a Me, tutti voi che lavorati e portate un pesante fardello, e Io vi darò il riposo”. Con questa dichiarazione, Gesù, che parla in quanto Figlio del Dio vivente, ha dichiarato gli unici mezzi con cui l’uomo può fuggire dagli orrori e dalle tribolazioni della vita in questo mondo presente. Fuggire dalle tribolazioni del mondo non consiste nella morte fisica o acquisire i beni di questo mondo, ma consiste piuttosto nell’ascendere nella verità. La voce eterna dello Spirito sta parlando agli uomini di quest’epoca buia, chiedendo loro di svegliarsi dal sonno mortale e alzarsi, tornando alla consapevolezza di Cristo, dove potranno ancora una volta regnare nella vera vita abbondante di Dio.

Cristo è il principio della creazione di Dio, di cui ogni cosa è fatta ed attraverso il quale è stata creata; in Lui c’è la vera vita eterna di Dio, ossia la vera vita di tutti gli uomini sin dal principio. Dunque, Egli dice: “Venite a Me, voi che dimorate nel regno d’inferno e morte, pentitevi della falsità della vostra illusoria vita terrena ed ascendete nel vostro vero io spirituale, che è una cosa sola con l’unico vero Dio, da cui discendete tutti”.

Apocalisse 2:5 Ricordati dunque da dove sei caduto, ravvediti e fa' le opere di prima; se no verrò presto da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi.

Non conta quanti milioni di modi potete sentirlo, il centro di tutto questo, è che tutti gli uomini con i volti aperti, contemplino il mistero del Figlio di Dio, ci credano e tornino a vivere in Lui. Il compito di ogni santo, che riceve questa sacra rivelazione, consiste nel fatto che si ritrovi in Lui, perfetto senza peccato o colpa, in quanto dimora nella pienezza di Dio, oltre misura.

1 Giovanni 3:3 E chiunque ha questa speranza in lui, purifichi se stesso, come egli è puro.

Purificarsi non è diventare un morale migliore, e non ha neanche a che fare con essere più religiosi; piuttosto, consiste nel distaccarsi completamente dalla falsità della propria individuale identità terrena, che  funge da subdola barriera tra l’uomo e la sua parte nel Dio, Onnisciente Onnipresente ed Onnipotente. Ci purifichiamo e santifichiamo riconoscendo la Parola della verità, che esiste dal principio, conoscendola come nostra vita e unendoci ad essa, in quanto in essa giace l’illimitata Grazia di Dio.

Salmi 85:10 La benignità e la verità si sono incontrate; la giustizia e la pace si sono baciate.
 
Realizzare noi stessi in Dio e come i Suoi unici e soli figli, rappresenta il riposo di Dio, e il fine della Fede, che l’eterna Parola divina dona liberamente a tutti gli uomini affamati di verità. In questo riposo, le molte lotte dell’uomo cessano, e oltre a Dio non c’è nient’altro. La folle corsa alla ricerca di soluzione per gli innumerevoli problemi nel mondo cessa, e l’uomo diventa consapevole del fatto di essere il vero santo, che regna sul trono di Dio ed erediterà ogni cosa per l’eternità.

Ricordate la parabola del figliol prodigo? [Luca 15:11-24] Quando era nel suo insano stato mortale, vivendo lontano dal suo paese d’origine, soffriva i tormenti di un senso di vuoto ed abbandono, finché non tornò in sé. La tribolazione patita indica chiaramente il regno d’inferno e morte, in cui gli uomini vivono nell’ignoranza della carne, lontano dalla realtà della propria unità con lo Spirito eterno del Dio vivente. Paolo dice che camminano nella vanità delle loro menti carnali e pertanto, sono alienati dalla vita di Dio tramite l’ignoranza, che è nei loro cuori. Lasciate che nessun uomo si lasci ingannare dalle apparenze e glorie degli uomini in questo mondo presente, perché di certo, le carestie verranno, e poi gli uomini cominceranno a patire un senso di vuoto (insaziabilità), insicurezza e tribolazione nella loro anima.

Come osate rinunciare alle fontane di acque vivente, per le vane glorie dell’uomo mortale. Questa è la follia degli uomini che dimorano in quest’epoca; si allontanano dal loro posto dello Spirito di Dio per le vane glorie di questo mondo, solo per scoprire alla fine, di aver interpretato il ruolo di sciocchi.

Geremia 17:11 Chi acquista ricchezze ingiustamente è come la pernice che cova uova che non ha deposto; nel bel mezzo dei suoi giorni dovrà lasciarle, e alla fine sarà trovato stolto». 12 Trono di gloria eccelso fin dal principio è il luogo del nostro santuario. 13 O Eterno, speranza d'Israele, tutti quelli che ti abbandonano saranno svergognati. «Quelli che si allontanano da me saranno scritti in terra, perché hanno abbandonato l'Eterno, la sorgente d'acqua viva».

Quando il figliol prodigo tornò alla sua vera identità, ossia un’entità inseparabile da Suo Padre. Ancora una volta, divenne consapevole che tutto ciò che appartiene al Padre appartiene anche all’uomo, perché è un’entità indivisibile dal Padre; in tale realizzazione, le lotte ed i tormenti umani cessano. Quando l’uomo si risveglia dall’illusione della propria identità terrestre, smette di provare a rendere immortale il mortale, e di rendere perfetto l’imperfetto, perché diventa consapevole del fatto di essere già immortale e perfetto, come la Stella del mattino che splende per tutta l’eternità.La lotta per le vane glorie di questo mondo perseguita nel regno terreno smette di esistere, in quanto l’uomo ora regna e riposa nella sola Gloria che c’è, quella del Padre.

Il figliol prodigo ad ogni modo, deve ascendere; deve ascendere nella consapevolezza di Cristo, soddisfacendo la voce dello Spirito, che dice: “Venite a Me, tutti voi che lavorati e portate un pesante fardello, e Io vi darò il riposo”. Insieme al ricordo ed alla contemplazione del celato mistero del Figlio di Dio, c’è il bisogno del Figlio di ascendere di nuovo nella Fede, tra le eterne braccia del Padre eterno. Il figliol prodigo non ricorda; lascia tutto ciò che credeva di possedere, nella terra straniera e fa un lungo viaggio verso il suo paese, simboleggiando l’ascensione. Qui risiedono il lavoro e la pazienza del figlio, dev’essere preparato a lasciare tutto, anche i suoi veri abiti carnali, perché potrebbe ottenere ciò che è vero e celeste, per non riguardare più il regno dei morti. Non deve lasciarsi scoraggiare lungo la strada, da alcune condizioni di questa vita presente, o dalle voci provenienti dalla mente mortale, che cerca di dissuaderlo; il suo volto dev’essere come una pietra contro le eterne dimore di Dio, perché è per volontà del Padre donare il Regno al Figlio, la Gloria ed il potere per sempre.

Luca 12:32  32 Non temere, o piccol gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno.

Quest’ascensione negli infiniti Gloria e riposo, rivelata attraverso la parabola del figliol prodigo, rappresenta il soggetto principale della Parola, che oggi ascoltiamo. Le parabole da il Primo Capitolo de Il Libro della Genesi e quella del XXII Capitolo de Il Libro delle Rivelazioni trattano tutte di questa grande ascensione e riposo. Persino al di là dei libri, la natura e tutte le cose visibili si riferiscono a questa grande ascensione ed al riposo di Dio, ma prima dobbiamo meditare e sperare giorno e notte.

 

          DIO SI RIPOSO’ IL SETTIMO GIORNO?

Dai racconti della creazione contenuti negli antichi testi sacri, Dio lavorò per sei giorni e si riposò il settimo giorno.

Genesi 2:1 Così furono terminati i cieli e la terra, e tutto il loro esercito. 2 Pertanto il settimo giorno, DIO terminò l'opera che aveva fatto, e nel settimo giorno si riposò da tutta l'opera che aveva fatto. 3 E DIO benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso DIO si riposò da tutta l'opera che aveva creato e fatto.

Molti anni dopo, Paolo ammonisce i fratelli ebrei, che condividono la stessa fede, dicendo loro che devono faticare, per entrare nello stesso riposo di Dio, seguendo l’esempio di Dio, che lavorò per sei giorni e Si riposò il settimo giorno (Ebrei 4:9-11).

Meditando profondamente su tutto questo, realizziamo che il racconto della creazione nel I Capitolo della Genesi descrive uno scenario in cui il Regno di Dio era in uno stato assolutamente desolato. Immaginate uno scenario di assoluta desolazione, dopo un attacco nucleare o un evento del genere. Il I Capitolo della Genesi rivela anche gli sforzi di Dio nell’eliminare la creazione dallo stato di desolazione, dopo i quali Si riposò il settimo giorno. Meditando ulteriormente, ci si inizia a meravigliare: c’è qualcosa di bizzarro qui! Perché Dio ha dovuto faticare per arrivare al riposo? Non Si trovava già nel riposo eterno? È comprensibile che l’uomo debba patire i tanti dolori e dispiaceri dell’inferno, ricercando il riposo per la propria anima, ma per quanto riguarda Dio? Perché Dio ha dovuto faticare per entrare nel riposo? Dio ha mai patito le sofferenze degli uomini? Ha mai patito tribolazione e dolore come gli uomini? Il solo che necessita di faticare per accedere al riposo, è l’unico che non ha il riposo. Se stiamo per leggere il racconto della Genesi, il significato letterale che possiamo trarne è che Dio stava perfezionando qualcosa dentro di Sé, che non lo era, ecc.

Dio è Dio, rappresenta il Regno del riposo, della bellezza e della vita eterna; è lo stesso di ieri e oggi, e sarà così per sempre; in Lui non c’è alcuna ombra, perché è pura luce. Perciò, non dobbiamo mai pensare che il racconto della creazione, in cui si descrive la fatica di Dio per entrare nel riposo, abbia un significato letterale. Pensateci: se il racconto della creazione fosse letterale, significherebbe che Dio ha creato il mondo ed ogni altra cosa nell’arco di sei giorni, ciascuno della durata di 24 ore; dopo ogni giorno di lavoro, aveva bisogno di riposarSi, poi il giorno seguente ritornava al lavoro: è una cosa ridicola. Tutti questi eventi in realtà, hanno un valore allegorico, riferendosi all’eterno Spirito dell’uomo caduto, per riportarlo all’impeccabile Gloria di Dio.

Molte persone sono inconsapevoli di far parte del Dio vivente, a significare che ogni uomo è una manifesta espressione del Dio invisibile. È il solo che Si manifesta in diversi ombreggiamenti, colori, forme, ecc. Se siamo inconsapevoli di questo grande mistero, restiamo nelle tenebre spirituali, nella desolazione e povertà, morendo poi da uomini mortali.

Salmi 85:5 Essi non conoscono nulla e non intendono nulla, e camminano nelle tenebre; tutti i fondamenti della terra sono smossi. 6 Io ho detto: «Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo. 7 Tuttavia voi morrete come gli altri uomini, e cadrete come ogni altro potente»

Cristo è venuto tra noi, come la luce di questo mondo, per donare consapevolezza, in modo che non potremo più camminare nelle tenebre (ignoranza spirituale, come avviene in questo mondo, inconsapevoli delle nostre identità, nel mondo in cui siamo conosciuti per l’eternità. Tale consapevolezza ci riporta semplicemente nella sacra realizzazione del fatto che siamo figli di Dio, che dimorano per l’eternità nell’Onnipotente.

Apocalisse 8 «Io sono l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine», dice il Signore «che è, che era e che ha da venire, l'Onnipotente».

Queste sacre conoscenze e consapevolezza portano conforto, sicurezza e riposo; sono il nostro riposo eterno.

Guardate le stelle nei Cieli; tutte appaiono in diverse collocazioni, hanno grandezze differenti e brillano a diverse intensità, anche se sono tutte parti delle costellazioni. Guardate i raggi del sole, che raggiungono ogni nazione nel mondo contemporaneamente; in alcuni posti, possono essere più intensi, anche se sono semplicemente una manifestazione dello stesso sole.

Lo Spirito nell’uomo interiore è ciò che definiamo il Cristo interiore; si tratta di un esempio del Dio vivente; rappresenta la vera vita di ogni uomo. L’uomo mortale, che in realtà, è in un profondo stato di sonno spirituale classificato come morte, è assente dalla realtà della vita di Dio, che dimora dentro di sé. Questa è la vita eterna a cui ci dobbiamo aggrappare. L’idea fondamentale è di far allineare di nuovo l’uomo con l’uomo interiore, che chiamiamo Spirito; questa è l’unica via che conduce ad eterni riposo e Gloria.

Quando Paolo dice che dovremmo faticare per accedere al riposo di Dio, riferendosi anche al tipo di fatica che Dio ha affrontato per entrare nel Suo, è ovvio che realizzò che il racconto della creazione all’interno del I Capitolo della Genesi, che descrive il lavoro di Dio per entrare nel Suo riposo, è un’allegoria del TU ED IO. Quando l’uomo si risveglierà dall’illusione della propria vita terrestre limitata ed ingloriosa, avrà il compito di sollevarsi, uscendo dallo stato materiale umano, tornando alla Gloria nella luce in cui viveva sin dal principio. Tale è il messaggio predicato in forma simbolica, nel I Capitolo della Genesi.

Gli antichi testi sacri, come visto nella Genesi, sono stati scritti di prima mano, fungendo da guida spirituale per i figli di Dio, affinché ritornino nel loro glorioso ed eterno Regno di Dio, in cui trovare il vero riposo per le loro anime. È come una mappa o un puzzle, che ci riporta alla dimensione delle possibilità. La rivelazione dei misteri celati all’interno di questi sacri testi, porta luce sui cuori ottenebrati degli uomini, mentre cercano di ritrovare la loro Gloria perduta.

Proverbi 25: 2 È gloria di DIO nascondere una cosa, ma è gloria dei re investigarla.   

Oggi, proprio come lo Spirito ci ha rivealto, l’incommensurabile Gloria di Dio è dentro ognuno di noi, ma dobbiamo cercarla con tutto il cuore e con tutta l’anima; in tal modo, di certo, la troveremo. La troveremo, ascoltando la voce dell’eterno Spirito, mediante queste presentazioni allegoriche, all’interno dei testi sacri o nelle cose visibili e che abbiamo vissuto.

 

            PERCHE’ LE ALLEGORIE

 Una volta, un mio amico pastore, mi ha invitato a fare un sermone nella sua chiesa, e dopo, mi ha ripreso dinnanzi alla sua congregazione, chiedendosi ad alta voce, perché questi concetti vengono sempre espressi in forma allegorica. mi ha chiesto: “Perché Gesù non dice le cose così come sono?”. La mia risposta è stata: “Come puoi esprimere i concetti dell’invisibile Regno spirituale di Dio agli uomini, che hanno vissuto in un puro regno materiale?” Una volta Gesù disse ad un uomo altamente religioso, di nome Nicodemo: “Se tu, in quanto un leader religioso, sei stato istruito da un’istituzione puramente umana, non riesci a comprendere le cose terrene, come puoi comprendere le cose celesti?”

Nicodemo rappresenta la massima figura intellettuale di questo mondo. Ci si riferisce pertanto, a quelli che Paolo definisce poteri e principati, che governano il regno religioso degli uomini. Le persone con i dottorati, con i dottorati in teologia, preparazione pastorale, ecc. non potranno mai comprendere sul serio le cose profonde di Dio e del Suo eterno Spirito. Solo l’ispirazione che nasce dallo Spirito è in grado di svelare le cose invisibili di Dio all’uomo, così che possa condividerle.

Ascoltiamo le parabole ovunque, e come un puzzle, i pezzi vanno combinati insieme, per poi ottenere un’immagine intera. Se la maggioranza degli uomini ascoltasse le parole provenienti puramente dallo Spirito, a volte, può essere insostenibile, e forse illegittimo e inopportuno alle orecchie degli uomini, che vivono nei bassi luoghi della terra, chiamati mondo. Una volta Paolo disse di essere stato portato nel Paradiso di Dio, anche noto come il Terzo Cielo, dove potè chiaramente sentire delle cose che sono estremamente difficili da sopportare per gli uomini mortali. In realtà, ascoltò cose in merito all’invisibile ed eterno Regno di Dio, che contraddicono i vecchi ordinamenti ed esaltati concetti degli uomini di quest’epoca. Ad ogni modo, non conta quanto siano illegittime e fuoriluogo queste verità spirituali alle orecchie degli uomini di quest’epoca, queste stesse cose ascoltate da Paolo, devono essere ascoltate da tutti. Devono inizialmente giungere come misteri sconcertanti, ma infine, sfoceranno nella vita eterna, per coloro che li riceveranno.

 

L’INTERA IMMAGINE

Tenete a mente, che esiste un solo Dio ed è presente in ogni cosa e riempie ogni cosa. Non c’è nulla come Cristo e Dio altrove, in quanto sono un’entità inseparabile. Qualcuno potrebbe chiedere perché Gesù Si riferisse ad un Padre celeste, mentre pregava. La risposta al quesito è semplice: anch’Egli ha dovuto ascendere e trascendere la vita terrena che ereditò in virtù della Sua nascita in questo mondo materiale. Ebbe la rivelazione di essere una cosa sola con il Padre, ma dovette anche faticare per andare oltre la Sua vita terrena, che afferma il contrario. La mente umana, che in realtà costituisce il centro di controllo del diavolo, cerca di convincerci che siamo entità indipendenti dallo Spirito di Dio; in ciò consiste la radice dell’allontanamento dalla generosa vita di Dio.

Nello stesso respiro, dobbiamo essere consapevoli del fatto che non esiste altro come noi qui e Cristo altrove. Siamo sempre stati in Cristo, il Figlio di Dio. Non dobbiamo mai permettere che le ingloriose ed esteriori forma ed apparenza dell’uomo ci ingannino, facendoci credere di essere qualcosa in meno rispetto all’essenza di Cristo. Ignorare questo mistero corrisponde a tenebrose oscurità e morte. In ciò consiste la ragione della sofferenza umana, infatti gli uomini sono inconsapevoli della propria vera identità. Il dio di quest’epoca materiale, operando tramite la mente carnale, ha accecato gli occhi dell’uomo mortale, così da farlo diventare assente dalla realtà della sua vera identità immortale e celeste, ed eterna con Dio. Se mi risveglio nella realtà di Cristo in me, allora posso realizzare consapevolmente di essere una cosa sola con Dio. In questa sacra consapevolezza, chi o che cosa potrà essere contro di me? Assolutamente nessuno, visto che regno su tutto il creato e vivrò per sempre.

Per tale ragione, Cristo prega che ci risvegliamo in questo grande mistero, sapendo che siamo in Lui, che costituisce una cosa sola con Dio Padre; questa è la salvezza che la Parola ci ha svelato. Dio è Unico, ed è in ogni cosa, riempie ogni cosa; in Lui non vi sono inferno o morte. Ad ogni modo, il Figlio deve liberarsi dall’intrigante rete dell’umanità e riscoprire Se Stesso nel solo Dio, che è eterno. Tale sarà il Suo riposo eterno, perché il riposo di Dio si trova solo nell’elevato ed immutevole Regno dell’unico Dio.

La preghiera di Gesù per coloro che si sono riuniti in Lui, e nel mondo, liberamente è che quando il mondo Lo vedrà, si convertirà alla verità:

Giovanni 17:21 affinché siano tutti uno, come tu, o Padre, sei in me e io in te; siano anch'essi uno in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.

Non prega per ottenere castelli in cielo e non prega neanche per essere sollevato fisicamente in cielo; piuttosto, prega affinché ci riuniamo spiritualmente, al di là di nazionalità, tribù e lingua (credenze) di quest’epoca carnale, per tornare nell’Unico, che è presente in ogni cosa e contiene ogni cosa. Si tratta di un risveglio dall’illusione delle nostre indipendenti vite individuali nella carne, per tornare nell’Unico, in cui dimora la pienezza di Dio. Per entrare nel tutto, il Figlio deve riscoprire Se Stesso, e poi, troverà il vero riposo e le delizie. Come ho già accennato in precedenza, è come assemblare gradualmente i pezzi di un puzzle, fino ad ottenere un’immagine intera.

 

EDEN, UNA PRESENTAZIONE ALLEGORICA DEL RIPOSO DI DIO

Mentre ci occupiamo delle Scritture, leggendo la Genesi, rammentiamo bene che questi sono estratti provenienti dalla molteplice saggezza di Dio, ossia non contraddicono necessariamente ciò che gli altri fratelli hanno scritto o predicato. Proprio come la luce che rivela molti colori contemporaneamente, quando viene vista da angoli e lunghezze d’onda differenti, la Parola di Dio non è mai connessa ad una traduzione letterale, piuttosto, ne ha diverse rivelate dalla luce.  Questi primi capitolo nella Genesi rivelano l’intero mistero di Dio in un solo respiro: cose come la nostra unione in Dio, e il matrimonio eterno spirituale, il mistero dell’iniquità e della morte, la Nuova Gerusalemme, ecc. ma in tale messaggio, ci baseremo unicamente sui segreti celati del riposo di Dio.

Adamo nel Giardino dell’Eden rappresenta l’opera compiuta di Dio: è una rappresentazione allegorica del riposo di Dio, o lo si può definire come Dio nel Suo riposo. Il riposo è un Regno o stato dell’essere puramente incorporeo (spirituale), in quanto Dio è puro Spirito. L’uomo che vediamo governare e regnare nel giardino non è un essere mortale che nasce secondo la carne; piuttosto rappresenta una personalità puramente celestiale, senza alcun attaccamento genetico alla dimensione naturale. Questa è una presentazione del Dio vivente, che chiamiano affettuosamente Cristo, il vero Dio e vita eterna. Nell’Eden non ci sono Adamo e Dio, c’è soltanto Dio. Tutto quello che esiste in quel Regno è luce nascosta nel Dio invisibile, che non può essere condivisa da alcun uomo mortale di quest’epoca, visto che in quel Regno, non esiste l’uomo mortale; è il Regno di Dio, il vero mondo.

La falsa idea di un Dio separato è nata quando Adamo precipitò nel regno della morte. Adamo discese nel mondo materiale, il regno dell’uomo mortale, in cui dimora la morte. È il regno dei morti, perché in realtà, non esiste l’uomo mortale; è un’illusione che sarà infine disintegrata e dissolta nel fuoco della verità di Dio. Morire equivale ad essere assenti da tutta la realtà della verità, ed è ciò che avviene quando l’uomo vive nell’illusione di avere una propria vita indipendente nella carne, in un mondo materiale. La vita umana nella carne rappresenta l’ignoranza e la morte, ed è proprio questo che ha sprofondato gli uomini in tanti dispiaceri e dolori. Per accedere alla vera vita ed al riposo, il compito di Dio consiste nel far emergere una creatura celeste dalle rovine desolate della vita terrena.

La parte iniziale del II Capitolo della Genesi riassume la creazione dei Cieli e della terra, come nel I Capitolo della Genesi.

Genesis 2:4 Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati, nel giorno che l'Eterno DIO fece la terra e i cieli. 5 Non vi era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna e nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché l'Eterno DIO non aveva fatto piovere sulla terra e non vi era l'uomo che coltivasse il suolo. 6 Ma dalla terra saliva un vapore che irrigava tutta la superficie del suolo. 7 Allora l'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l'uomo divenne un essere vivente. 8 Poi l'Eterno DIO piantò un giardino in Eden, ad oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato.

Se leggete attentamente Genesi 2:4-8, comprenderete che il compito di Dio consisteva nel far emergere da desolazione e nulla, l’uomo celeste, che alla fine dimorerà nel Paradiso di Dio. L’uomo creato ed elevato nel Regno dell’Eden rappresenta la resurrezione e la vita; tale è il lavoro completato, derivato da tutto quello che Dio ha fatto, come descritto nel I Capitolo della Genesi.

 

FATICA PER ACCEDERE AL RIPOSO

Il racconto della creazione nei primi capitoli della Genesi è raccontato in chiave puramente profetica dallo Spirito, che indica la fatica, il travaglio e la sofferenza per fare emergere la perfetta creatura di Dio (Cristo). Usando il linguaggio della luce (sette), lo Spirito sta indicando un processo in cui lo Spirito eterno di Dio nell’uomo, si risveglia per riportare l’uomo in cima, nella dimensione dell’Altissimo. Il numero sette, sei giorni di lavoro e il riposo del settimo, rappresenta l’illuminazione, per tutti coloro che nascono da tale luce e vi appartengono. La luce è eterna, incorruttibile, incommensurabile e senza limiti; il che significa che è noi, la nostra identità ed il Regno.

Essendoci ritrovati nell’impoverito stato dell’uomo mortale in virtù della nostra nascita naturale, e del conseguente accesso in quest’epoca materiale, i nostri lamenti e compiti conducono all’ascensione nella luce, che è puramente immateriale, secondo la volontà di Dio. Soltanto nella luce l’uomo può regnare nella vita e conoscere il vero riposo e l’abbondanza per la sua anima.  Vivere al di fuori della luce equivale a mortalità, povertà spirituale, cecità, nudità e morte; tale è lo stato dell’uomo, che agisce nell’ignoranza di quest’epoca. Al di fuori delle rovine e della desolazione dell’umiltà dell’uomo mortale, della vita limitata e materialistica, il compito dell’uomo consiste nello scoprire la perla di gran valore interiore.  La perla di gran valore interiore è la Gloria di Dio, nell’uomo che non conosce limiti, perché per Dio, tutto è possibile.

Lo Spirito all’interno dell’uomo deve emergere per mettere fine alle tenebre e alla follia e trovare quell’immensa Gloria dentro di sé. Deve riscoprire la divinità come figlio di Dio. Questo è il compito dell’uomo che lo ricondurrà al riposo di Dio, e si riposerà quando scoprirà il Dio interiore, che è Onnipotente, Onnipresente e Onnisciente. Come il minatore, l’uomo deve portare con sé la torcia dell’eterno Spirito per riscoprire quel luogo di zaffiri, di pietre d’oro e della manna senza limiti. Tale è il percorso benedetto della forma nascosta degli uomini saggi di quest’epoca; sono totalmente inconsapevoli del Regno e della gioia destinati per coloro che conoscono il nome del Signore [Giobbe 28:1-6].

Quando l’uomo pone fine alle tenebre (ignoranza spirituale), il perfetto giorno in cui appare il Signore, come visto in Genesi 1:4-5. Coloro che camminano secondo lo Spirito di quest’epoca materiale vivono nell’oscurità, mentre coloro che camminano secondo la pura luce spirituale proveniente dal Padre della luce, vivono nella luce del giorno. Quelli che appartengono al giorno sono puri esseri spirituali, ai quali non viene nascosto nulla. Possiamo paragonare questo al risveglio dell’uomo dal limitato regno materiale, per tornare all’infinito Regno immateriale di luce.

1 Tessalonici 5:5 Voi tutti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.

Questa è la stessa comunicazione spirituale dal secondo fino al sesto giorno, nel racconto della creazione nel I Capitolo della Genesi. Mediante il linguaggio della luce, lo Spirito, con il racconto della creazione, esprime  la fatica dell’uomo nella ricerca della verità, per ascendere dal suo basso stato di uomo naturale, fino allo Spirito.

Il secondo giorno, Dio ravviva le acque e fa sì che dell’acqua salga oltre il firmamento (Genesi 1:6-8). Le acque rappresentano le persone nei Cieli, per cui, sappiamo che nel risveglio, siamo rapiti sulla nuvola gloriosa, che incidentalmente è una rappresentazione del corpo del Signore (1 Tessalonicesi 4:17).

Salmi 148:4 Lodatelo, voi cieli dei cieli, e voi acque al di sopra dei cieli.

Il terzo giorno crea gli alberi che danno frutta e semi (Genesi 1:11-12). Gli alberi rappresentano le piantagioni e gli alberi della vita che portano frutti in ogni stagione. Dovremmo tenere in mente che solo lo Spirito è in grado di portar fuori frutti accettabili per Dio, perché la carne è nota per portare le spine della morte.

Il quarto giorno, crea i luminari corpi celesti nei Cieli, le stelle (Genesi 1:14-18). Le stelle rappresentano i corpi di luce o corpi della resurrezione, indossati da quelli che entrano nella nuova dispensa di Cristo. Tutti quelli che si risvegliano in questa dispesa indossano gli attributi di luce che illumina e della stella del mattino (Rivelazioni 2:28 E gli darò la stella del mattino).

Salmi 148: 3 Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte stelle lucenti.

Il quinto giorno, Dio crea le creature alate che sorvolano e si ergono nei Cieli (Genesi 1:20-22). Questo rappresenta un’elevazione dalla carnalità alla consapevolezza spirituale.

Il sesto giorno Dio crea l’uomo, a Sua spirituale, invisibile immagine e somiglianza, e gli da tutto il dominio ed il potere (Genesi 1:26). L’uomo creato il sesto giorno è colui che regna nel paradiso di Dio.

Il settimo giorno (una rappresentazione allegorica del TU ED IO) Dio si riposa, in quanto ha portato a termine il lavoro di conformarSi al suo vero stato celeste del principio (Genesi 2:1-3).

Da tutto questo, possiamo comprendere come Dio ha separato la luce dalle tenebre, le nuvole dalle acque sotto il firmamento, gli alberi carichi di frutti da quelli spogli, le creature alate dai mostri delle profondità, l’uomo dalla bestia. Ciò ci dimostra che il lavoro di Dio consiste nel conformare ciò che è nel basso, terreno e naturale regno, in un regno superiore, celeste e spirituale, in quanto siamo tutti esseri di luce puramente spirituali.  

Dio desidera per tutti gli uomini che guardino apertamente al mistero di Cristo, la loro vera immagine e vi si convertano. Se Lo vediamo davvero, sapremo che non appartiene a questo mondo o epoca materiale; piuttosto appartiene ad un Regno spirituale di pura luce senza principio o fine.

2 Corinzi 3:17 Or il Signore è lo Spirito, e dov'è lo Spirito del Signore, vi è libertà. 18 E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.

Per accedere al vero riposo e per essere privi di peccato, paura e innumerosi orrori che assediano l’umanità, il Signore in quest’ora, ci sta rammentando delle cose che abbiamo ascoltato molte volte in passato. Ci è stato rammentato che il vero riposo e le delizie per la nostra anima giungono se abbandoniamo questo mondo d’illusioni e torniamo alla vera e pura consapevolezza spirituale di Cristo, lo Spirito.

Amen
Trevor Eghagha