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APOCALISSE DEL CRISTO


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Ecclesiaste 12:1-7 Ricordate ora il vostro Creatore nei giorni della vostra giovinezza, mentre i giorni del maligno non giungono, neanche gli anni disegnano la notte, quando voi direte, non ho piacere in essi; 2 Mentre il sole, o la luce, o la luna, o le stelle, non saranno oscurati, e le nuvole torneranno dopo la pioggia-------------- Allora la polvere tornerà alla terra, com’era: e lo Spirito tornerà in Dio, Che l’aveva dato. 

 

RICORDATE COME AVETE SENTITO 

 Lo Spirito del Dio vivente sta costantemente ricongiungendosi alla chiesa, per portare il ricordo delle cose che abbiamo ricevuto dal Padre e la nostra Gloria alla destra del Padre. Vediamo ciò nei contenuti del primo e nel quinto squillo di tromba, che corrispondono al messaggio delle chiese in Efeso e Sardi, nel Libro delle Rivelazioni

 

Apocalisse 3:3  Ricordate dunque, ora ciò che avete ricevuto e sentito,

rimanete fermi e pentitevi ...

Apocalisse 2:5 Ricordate dunque, da dove siete caduti e pentitevi, e fate le prime opere; ..... 

Il ricordo delle cose sentite e ricevute dal Padre è ciò che ripristina e mantiene la chiesa nella Gloria di Dio, per tutta l’eternità. Qualora l’uomo dimentichi il silenzioso sussurro dello Spirito e resti intrappolato nelle menzogne dell’abisso nel basso regno, allora perde tutta la consapevolezza di Sé e del Padre. Mentre il ricordo si blocca, l’uomo si allontana dalla cima della Gloria, piombando in perpetue tenebre e morte, un regno dove coloro i quali dimenticano Dio, abitano (il mondo). Il salmista conferma questo, quando dice che le nazioni che dimenticano Dio, diventano preda di distruzione, inferno e morte [Salmi 6:5, Salmi 9:17, Salmi 88:11-12]. 

Fareste meglio a credere alle parole di Gesù, il Quale afferma che il mondo non conosce Dio, in quanto si tratta di una semplice formazione basata sull’ignoranza di ciò che Dio è davvero [Giovanni 17:25]. Questo potrebbe sembrare difficile da accettare, ma sarebbe meglio crederci in quanto uomini, visto che la cosa che abbiamo definito Dio, è semplicemente un prodotto della nostra immaginazione. Dio può essere conosciuto soltanto attraverso un risveglio, istigato dal ricordo sprigionato nell’uomo. Quando tramite il ricordo, l’uomo si risveglierà dall’illusione della sua vita sulla terra in quanto essere mortale, iniziando a conoscere se stesso, com’è conosciuto dall’incorruttibile ed invisibile Dio, Che esiste prima di ogni cosa, inizia anche a conoscere il Padre, il Dio vivente, il Quale è conosciuto soltanto dal Figlio e vice versa.  

Luca 10:22 Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. 

In tale contesto, il Figlio (Cristo) non è un uomo mortale, Egli è Spirito! Perciò, cancellate tutte quelle immagini a cui avete associato l’aspetto del Figlio di Dio. Per conoscere il Padre, dovete conoscere voi stessi attraverso il ricordo, riscoprendovi così come eravate sin dalla fondazione del mondo nella verità. Le diverse ragioni degli uomini non potranno mai cercare di comprendere e conoscere davvero Dio: più tentano più finiscono di formulare idoli, che non sono Dio. Per questo motivo, con sobrietà e con sincerità della mente, in quest’ora, in questo istante, dovremmo fermarci a ricordare, mentre lo Spirito parla alla chiesa, rivelando le cose che abbiamo dimenticato mentre eravamo nella tomba dell’umanità, ed iniziando ad aderire ad esse continuamente, perché sono la vita.  

La chiesa rappresenta l’unione celeste nello Spirito che abbiamo in Dio dall’inizio, che il Padre sta di nuovo riportando alla nostra consapevolezza, così che potremo ancora una volta, ritrovarci coscientemente in essa. Paolo menziona ciò, quando parla dell’unione nascosta in Dio sin dalla fondazione del mondo, ma che ora è stata portata alla luce tramite la Parola di Cristo, così che tutti gli uomini possano contemplare questo mistero, e in tal modo, tornare nella sicurezza del Signore. Attraverso la manifestazione di questa misteriosa unione in Dio, la molteplice saggezza di Dio viene rivelata ai potenti di questo mondo.  

Efesini 3:9-10 E di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio, riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, che creato da Gesù Cristo: Affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la inifinitamente varia sapienza di Dio. 

Dobbiamo comprendere che non conta quanto in basso si trovi il giaciglio infernale dell’uomo: è ancora parte della chiesa, sebbene brancoli momentaneamente nelle tenebre, tra le nazioni del mondo. Se studiaste i messaggi delle sette chiese, contenuti nel Libro delle Rivelazioni, notereste che lo Spirito sta sempre dicendo alla chiesa di pentirsi e tornare al proprio stato, o di rimanere fermo nella verità e di conservare ciò che ha ascoltato. Questo significa, che talvolta i membri della chiesa cadono fuori dall’unione in Cristo, che appare come l’Alfa e l’Omega nel Libro delle Rivelazioni, com’è dimostrato nella trasgressione adamica.  

Ciò che vediamo nel Giardino dell’Eden, nei Capitoli II e III della Genesi, rappresenta l’unione della chiesa nella luce, nel Paradiso di Dio. Gli alberi da cui Dio aveva detto ad Adamo di nutrirsi, sono tutti i fratelli con i quali siamo uniti nell’amore nello Spirito. In questo giardino spirituale, ci uniamo nel nome del Padre e del Figlio; ci uniamo con la voce della verità, che dichiara il nome del Signore, che è l’unica cosa che esiste.  

1Giovanni 1:3 Che ciò che abbiamo visto e sentito ci dichiara dentro di Te, che Tu puoi unirTi con noi: e davvero la nostra unione è con il Padre, e con Suo Figlio Gesù Cristo. 

In questa unione nella luce, l’uomo è coscientemente consapevole dell’attività invisibile dello Spirito (Cristo), grazie alla quale ci sono tutte le cose; è coscientemente consapevole che tutte le cose, visibili ed invisibili, dichiarano le qualità invisibili del Dio vivente. In tale sacra unione, non c’è alcuna consapevolezza della carne, in quanto tutti viviamo nell’unico e solo Spirito che riempie ogni cosa ed è ogni cosa. Quando si vede un uomo mortale camminare nella polvere e nell’orgoglio della vita, è semplicemente morto ed inconsapevole dell’eterna presenza del Dio vivente; ha dimenticato chi è Dio. Ad ogni modo, nel risveglio attraverso il ricordo, l’orgoglio lo blocca e diventa nuovamente consapevole del significato della frase: “Io sono il primo e l’ultimo; non vi è altro Dio al di fuori di Me”.  

Quando l’uomo è oziosamente a proprio agio e diventa sordo alla voce della verità, comincia a lasciarsi influenzare dalle voci provenienti dalla polvere (mortalità), rappresentata dall’influenza del serpente, attraverso l’albero della conoscenza del bene e del male. Conseguenza di ciò è che finisce con l’allontanarsi dalla sacra unione in Dio, diventando come un pagano dinnanzi alle nazioni, la cui comprensione viene oscurata e di conseguenza, ciò gli causa un falso senso di alienazione dalla vita di Dio.  

Questo è ciò che Gesù intendeva comunicarci, attraverso le seguenti parole: 

Matteo 18:15  Se tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo: se non ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fardello. 16 Se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17 E se non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea: e se non ascolterà nemmeno l’assemblea, sia per te come un pagano o un pubblicano. 

Dobbiamo comprendere che le cose che abbiamo appena letto in Matteo 18:15-17,  sono dei concetti puramente spirituali, che avvengono spontaneamente nell’uomo, mentre cerca di aderire alla voce dello Spirito.  Alcuni anni fa, in una chiesa di Milano, ho assistito all’espulsione di una Sorella della chiesa che aveva commesso uno sbaglio, basato sulle Sacre Scritture. Ho osservato come il suo caso fosse presentato sistematicamente dinnanzi a tre fratelli, poi ai religiosi anziani, e poi dinnanzi alla chiesa intera, prima di venire definitivamente scomunicata. Quando si assiste ad una cosa simile, sappiamo che si tratta di semplici attori, perché ciò che Gesù disse in Matteo 18, riguarda l’unione spirituale celata in Dio. La chiesa non ha nulla a che fare con le strutture naturali create dagli uomini stessi sulla terra: sono dei puri concetti spirituali. Ogni manifestazione della chiesa sulla terra, dev’essere radicata nella celata unione in Dio; altrimenti, non si tratta d’altro che di una sinagoga di Satana (riunione di mortali). 

Gli uomini sono inconsapevoli del fatto che ciò che abbiamo letto in Matteo 18:15-17, si compie spontaneamente ancora ed ancora in ogni uomo. Se l’uomo smette di ascoltare la verità, ed inizia ad aderire alle numerose favole degli uomini, diventa come gli uomini di quest’età, che sono alienati dalla vita di Dio. Ma se invece inizia ad ascoltare la testimonianza celeste, gli sarà garantito l’accesso nella fratellanza (la chiesa), dove potrà di nuovo godere della Gloria di Dio.  Quindi, la nostra abilità sia di ritornare o di mantenerci  nel luogo del potere assoluto e nella Gloria, avviene tramite il ricordo, indotto dall’ascolto, altrimenti continueremo a vivere nell’ignoranza, proprio come gli uomini mortali che dimorano nel regno infernale. In Matteo 18:15-17, i due testimoni sono il Padre e il Figlio, mentre i tre testimoni sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; sono tutti una cosa sola e uguali. Se ascoltate le parole del Figlio, sarà dunque il Padre a parlare. Allo stesso modo, se ascoltate lo Spirito, allora sarà la voce di Cristo, che è una cosa sola con il Padre. Non sono tre corpi indipendenti, ma piuttosto, sono una cosa sola che si manifesta in tre modi differenti.  

La chiesa, che rappresenta l’unione spirituale innesta in una cosa sola con lo Spirito,  ed è celata in Dio, così che siano allineati con la voce del Padre; è eterna in quanto testimone della verità, che rivela il nome del Signore. In tutto questo, possiamo vedere che quest’abilità di ascoltare ed allinearci alla voce dello Spirito, proveniente dal cuore del Padre, attraverso il Figlio, unione della quale facciamo parte, è ciò che ci fa uscire dalla profonda oscurità spirituale, che abbraccia questo mondo materiale e ci mantiene nella luce. Vedete, al contrario di ciò che gli uomini credono, questo è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere e per ottenere la pace per tutta l’eternità: nient’altro. 

Ogni uomo che sia al di fuori di quell’unione spirituale, chiamata chiesa, si trova tra le nazioni che costituiscono questo mondo, e come sappiamo, questo significa tenebre e tribolazione. Tale è il pietoso stato dell’uomo, che è spiritualmente sordo, sfuggendo alla voce dello Spirito. Lo Spirito parla, cerca di radunarci nell’unione celata in Dio, e ci mantiene in essa, dato che si tratta del luogo della vita. Quando un uomo cessa di ascoltare lo Spirito, inizia a ricevere i concetti umani (carne e sangue), e di conseguenza, perde la profonda consapevolezza di tale unione nascosta in Dio. Infine, cade dalle alture di Dio, e muore come l’uomo mortale di quest’età.  

Salmo 82:5 Essi non conoscono né intendono nulla; camminano nelle tenebre: tutti i fondamenti della terra sono smossi. 6 Io ho detto: Voi siete dei; tutti siete figli dell’Altissimo. 7 Nondimeno morirete come gli altri uomini, e cadrete come qualsiasi altro dei principi. 

 

                            LEZIONE SUL CERCHIO DELLA METAMORFOSI 

Per dimostrare la necessità del ricordo, diamo un’occhiata allo sviluppo della farfalla, e impariamo a trarre delle verità spirituali da ciò. Dopo essere passata dallo stato insaziabile, inglorioso, debole e vulnerabile stato di verme, associato con la larva/bruco del cerchio della metamorfosi, la farfalla entra nello stato di pupa, in cui tutte le attività dall’esterno sembrano fermarsi, perché quelle di strisciare e nutrirsi arrivano a cessare. Ad un osservatore esterno, la larva appare letteralmente morta, ma in realtà, sta attraversando la fase più importante della sua evoluzione, diventando farfalla 

 

La farfalla nel suo stato di pupa, muore gradualmente nella vecchia vita a cui prima apparteneva. In tutti quei momenti, in cui strisciava sulla terra come un’ingloriosa creatura in forma di verme, il fatto di essere una farfalla non era mai cambiato. È venuta fuori da una farfalla e deve ritornare al suo stato di farfalla. Ad ogni modo, trovandosi nel basso stato di verme, nel momento stabilito, deve immobilizzarsi, e in tale condizione, la sua vera forma gloriosa in cui è radicata, viene alla luce. La farfalla non deve mai cercare esternamente qualcosa che aiuti a far nascere la nuova creatura, ossia la sua vera identità, perché ogni parte è già al suo interno.  

Tramite lo stato di quiete associato alla fase della pupa, nasce una splendida creatura alata, che non assomiglia affatto a quella che una volta strisciava sulla terra. Senza la pupa, la farfalla non potrebbe mai passare al suo vero stato. Osservate il distacco della pupa dal proprio bozzolo, e tenetelo in un contenitore, in un costante movimento. Scoprirete te che resterà semplicemente lì e forse morirà. Questo significa che per una libera formazione della farfalla all’interno, la pupa deve rimanere ferma in una sorta di posizione sospesa. Dopo un momento di perfetta quiete tra due mondi, viene fuori una nuova creatura, che non striscerà più sulla terra, in cerca di vegetazione. Vola ora libera in uno spazio illimitato, succhiando liberamente il nettare, come è stato fornito dal Dio invisibile. 

Questa è indubbiamente, meraviglia tra le meraviglie, con i segreti spirituali che hanno un valore più importante di quanto si possa mai immaginare. Si tratta dell’eterno Spirito, che si esprime ancora una volta, per mezzo delle parabole, rammentandoci che non apparteniamo a questo materiale mondo fisico, ma bensì ad un mondo, in Alto, puramente spirituale ed invisibile. In ognuno, c’è il vero uomo spirituale, dotato di proprie facoltà spirituali, adattate per il regno dell’aria (Spirito). È ricevendo questo segreto in meditativo silenzio, che possiamo sfuggire alla corruzione e alla distruzione che nascono delle grinfie di questo mondo.

 

                L’EVOLUZIONE DELLA COSCIENZA DELL’UOMO 

Non lasciatevi spaventare dalla parola “evoluzione”; non voglio usare questi termini in un contesto filosofico, ma piuttosto, dimostrare che un cambiamento della coscienza dell’uomo, da un’identità naturale a quella del Figlio di Dio, è la vera creazione di Dio. Gesù dice: “Quel giorno in cui saprete di essere in Me, ed Io nel Padre”; si tratta del cambiamento dall’ignoranza che imprigiona l’uomo, alla consapevolezza del Figlio di Dio. Il sapere va oltre le lettere e le parole, è un sapere coscienzioso, e vi dirò che questo concetto è realistico e non soltanto una favola creata dall’uomo.  

Paolo scrive “E come abbiamo l’immagine del terreno, così porteremo anche l’immagine del celeste” [1 Corinzi 15:49]. Questo cerchio che conduce al cambiamento come vediamo nella metamorfosi della farfalla, ci sarà in ogni uomo, quando tornerà in sé, uscendo dal letamaio dell’umanità. Ad ogni modo, per fuggire rapidamente dall’immenso dolore e dalla tribolazione associati alla vita mortale, e per godere alla libera vita piacevole nel Regno spirituale di Dio, dobbiamo affrettare il processo evolutivo, applicando pazientemente le parole della verità alla nostra vita, non appena le ascoltiamo. 

Pietro parla dell’affrettare la venuta di questa nuova era nel Regno di Dio.  

2 Pietro 3:11 Poiché dunque tutte queste cose hanno da dissolversi, quali non dovete voi essere, per santità di condotta e per pietà, 12 Mentre aspettate ed affrettate la venuta del giorno di Dio,  a motivo del quale i cieli infuocati si dissolveranno, e gli elementi consumati dal calore si fonderanno? 

Che cos’è che dovrà fondersi con il fuoco? Si tratta del senso di appartenenza al sistema materiale delle cose. I nostri concetti, credenze e insegnamenti sulla terra si dissolveranno grazie alla Parola della verità, proveniente dal cuore del Padre. Come il fuoco, l’abbondante flusso della verità induce il risveglio e il ricordo nell’uomo, portando alla scomparsa della sua vita immaginaria da mortale (carne e sangue). Risvegliarsi nella vera vita dello Spirito rappresenta i nuovi Cieli e la nuova terra, dove non ci sono offese e l’uomo si eleva liberamente nelle vere giustizia e perfezione, e beve liberamente dai generosi ruscelli, in cui scorrono latte e miele. 

In Corinzi 15:47-53, Paolo continua ad affermare che il primo uomo appartiene alla terra e alla polvere, mentre il secondo uomo è spirituale e celeste. è il Signore del Cielo. Ciò che è terreno non può, in alcun modo, ereditare ciò che è spirituale, pertanto, deve passare attraverso un misterioso cambiamento dallo stato inglorioso e mortale ad un’immagine gloriosa ed immortale del Signore del Cielo; infatti, soltanto il Signore può ereditare il Regno di Dio: soltanto il Signore. Questo è un processo, che è stato spesso frainteso dagli uomini di quest’epoca. Va oltre diverse richieste di diventare un mortale migliore, perché i mortali non possono entrare nel mondo dell’immortalità. Sarebbe come cercare di far volare lo strisciante bruco; sapete che non funzionerà mai. Per volare, deve attraversare un periodo di quiete per la metamorfosi, e portando fuori ciò che è già dentro di sé. 

Questo cambiamento avviene, quando l’uomo si ferma ed inizia ad ascoltare spiritualmente, la voce dello Spirito, mentre parla dentro di sé. Si tratta del suono dell’ultima tromba che ogni uomo deve esercitarsi ad ascoltare, così da poter vivere.  L’ultima tromba è anche la prima, perché lo è stata e lo sarà per tutta l’eternità: è la voce della verità, che dichiara che il Signore che è in ogni cosa, attraverso ogni cosa, e in quanto tutto in tutto, oltre a Lui non c’è nessun’altro. Mentre l’uomo ascolta questa tromba, in realtà, comincia a ricordare e si risveglia nella realizzazione del suo vero IO, che giaceva dormiente dentro di sé, mentre camminava nell’ignoranza nell’illusione di essere un mortale in forma di una propria identità carnale. Si risveglia dal profondo sonno mortale, scoprendo che è una cosa sola con lo Spirito eterno, incorruttibile ed invisibile che riempie ogni cosa. Questa è la resurrezione dalla morte ed è al tempo stesso, il misterioso cambiamento di cui Paolo parla nella sua lettera ai Corinzi.  

Questo cambiamento nella realizzazione della consapevolezza dell’uomo interiore è ciò che offre all’uomo l’accesso nel regno dell’aria (Regno di Dio), e gli fa ottenere la vittoria sull’illusorio potere del peccato e della morte, perché coloro che nascono da Dio, nella Sue immagine e natura celesti, non possono peccare. In tale realtà, scopriamo che la legge, in realtà, si rispetta in quelli che camminano secondo lo Spirito. La morte ha causato la dualità, che di conseguenza, produce il senso di una vita lontana da Dio. In questo stato, l’uomo viene inghiottito nel profondo abisso dell’oblio, e quello che una volta era un rigoglioso giardino, diventa allora un deserto, mentre l’uomo inizia un futile viaggio da mortale, vagando nelle tenebre senza Dio, senza aiuto. Fino a quando l’uomo continuerà a vivere nell’illusione di essere una creatura terrestre, sarà morto e patirà le conseguenze dell’ignoranza spirituale. Continuerà a provare un senso di costante insaziabilità ed angoscia dell’anima, ignorando le illimitate benedizioni spirituali, che lo riguardano.  

Lasciamo che l’uomo non venga ingannato, è solo tramite il ricordo della verità e con il risveglio, così che la verità applichi la guarigione nell’uomo. Come la farfalla, nello stato di crisalide, usa la vegetazione a sua disposizione mentre si trova in forma di larva, gli uomini devono essere fermi e iniziare a riflettersi su ciò che hanno visto ed ascoltato durante i giorni in cui camminavano da esseri mortali, ed iniziare a vedere tutto nella luce dello Spirito. Nella quiete e nella meditazione, l’uomo deve affrontare il fatto che mentre camminava da essere mortale sulla terra, in realtà, agiva nell’abbraccio delle tenebre e degli idoli, che non contengono alcun elemento di verità. Gesù disse: “Ciò che avete detto nelle tenebre (comprensione naturale), sarà ascoltato nella luce (comprensione spirituale)”. Per cui, tutte le cose nascoste dell’uomo interiore dello Spirito e del suo Regno spirituale nell’aria, saranno portati alla luce. 

Luca 12:2 Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato; né di segreto che non sarà conosciuto. 3 Pertanto, ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. 

Mentre continuerete a ripetere ciò che avete detto ed ascoltato nelle tenebre, nella vera luce dello Spirito, tramite la meditazione e la quiete, inizierete a vedere il vostro eterno Regno nell’aria (Spirito) aprirsi. Insieme a questi nuovi Cieli e alla nuova terra, giungerà una totale dissoluzione di tutte le associazioni terrene, ed erediteremo lo stesso centuplo nel Regno di Dio, un vero mondo che non perirà mai.  

Matteo 19:29 E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle o fratelli, o madre, o moglie, o figli, o campi per l’amore del Mio nome, ne riceverà cento volte venti ed erediterà la vita eterna.  

Come la farfalla che viene fuori dal suo bozzolo, così l’uomo con la meditazione, deve iniziare a guardare dentro di sé, per scoprire un nuovo uomo celeste, ed un nuovo mondo. L’uomo deve cercare e non smettere mai di farlo, fino a quando non scoprirà il suo glorioso uomo interiore. Meditando, deve rompere la corazza della sua esistenza mortale, ed iniziare a stendere le ali, le sue antenne e il suo corpo multicolore, grazie al quale potrà ancora una volta, salire ai Cieli ed accedere ai dolci fiumi delle delizie.

 

ENTRARE NELLA QUIETE 

Ascoltare la voce della verità porta il ricordo e l’illuminazione ai cuori degli uomini. Essere fermi nella meditazione ed in preghiera porta il ricordo del Cristo interiore, che è l’immagine del Dio invisibile ed incorruttibile. Alcuni di noi hanno sentito delle cose per molti anni, che non si sono mai mostrate, per questa ragione, dobbiamo cominciare a ricordare come le abbiamo ricevute dal Padre, e a metterle in pratica secondo la nostra identità spirituale. L’uomo che erediterà le illimitate benedizioni di Dio, sarà molto di più che un semplice ascoltatore. Deve entrare nella quiete ed allontanarsi dalle numerose voci di Babilonia, e dai volti degli uomini mortali della terra, e iniziare ad ascoltare di nuovo e fare le opere del principio, quando vedeva soltanto la voce del Padre. Questo porta al risveglio e al ricordo dell’indicibile Gloria di Dio interiore.  

Come gli esempi allegorici di Gesù, Elia, Mosè e dei figli d’Israele, l’uomo deve intraprendere il suo viaggio spirituale di quaranta (giorni, anni), giungendo al cuore di Dio, dove potrà ancora una volta, ascoltare ed unirsi con la ferma ed eterna voce dell’unico Dio, che rivelerà: “IO SONO ciò CHE SONO, ed al di fuori di Me non c’è altro dio, perché Io  soltanto sono eterno”. Si tratta di penetrare tutti gli strati delle tenebre della nostra vita umana, tramite il ricordo e sapendo che Cristo, il vero Dio ed eterna luce è la nostra vita. Ricordare tramite la meditazione risveglia l’uomo alla realtà di Io sono Dio, per cui è la nostra vita; tale consapevolezza ci esalta al di sopra dei pagani. Se un uomo non conosce il sacro segreto dell’ IO SONO, sarà confinato tra i pagani che non conoscono Dio.  

Salmi 46:10 Fermatevi e riconoscete che Io sono Dio: sarò esaltato tra i pagani, sarò esaltato sulla terra.  

L’amara solitudine associata ai quaranta giorni |anni si riferisce alle tentazioni e alle prove relazionate alle voci contraddittorie dell’incredulità, che agisce per mezzo della mente carnale, che dissuade l’uomo mentre cerca di ascendere alla consapevolezza di Cristo. Queste voci associate all’incredulità cercano di far sì che l’uomo torni al sonno illusorio, caratteristico della vita mortale. Vi spingono a farvi abbandonare il vostro viaggio, per la lussuria del mondo e farvi restare ancorati alle molte voci di Babilonia. Ad ogni modo, non si tratta di un viaggio per gli accidiosi, bensì per quelli che stanno per finire la corsa non lasciando nulla di intentato.  

Durante il suo viaggio, persino Elia andò a dormire, finché non fu destato e rafforzato dall’Alto.  

Re 19:5 Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: "Alzati e mangia!".  6 Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi. 7 Venne di nuovo l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: "Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino". Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb. 

Il Signore è qui per darci di nuovo forza; dobbiamo continuare a restare nell’unione della Parola, e ricevere una costante forza e crescere nella consapevolezza dell’uomo interiore, mangiando il pane degli angeli. Il Padre, nella Sua fedeltà, non ci permetterà mai di restare privi della Sua Parola del Cielo. Può intensificare il nostro Spirito con la Sua profonda Parola, o persino inviare i Suoi messaggeri in forma di fratelli, a divulgare la Parola. Con l’energia derivata da questo pane (Parola della verità), come Elia, dobbiamo intraprendere questa ascensione spirituale, finché non realizzeremo noi stessi in cima all’Oreb (come Sion), dove la piccola voce quieta dello Spirito, si potrà chiaramente ascoltare.  

Se vi farete testimoni nel vostro cuore, della voce del Padre che vi chiama, chiedendovi di andare verso di Lui, non dovrete mai scoraggiarvi dalle numerose contraddizioni interiori ed esteriori. Rammentate che siete ciò che siete dinnanzi al volto del Padre, e pertanto, le circostanze della carne non potranno cambiare questo. Lasciatevi guidare dallo Spirito fino alla cima di Sion, dove potrete accedere di nuovo alla cosciente armonia ed unione con la voce del Padre, dove realizzerete la luce del vostro corpo interiore, esattamente come durante la trasfigurazione di Gesù. Questo rappresenta il risvegliato stato dell’uomo, attraverso la risurrezione dalla morte.  

La capacità di Elia e di Mosè di ascoltare ed unirsi con la voce tuonante quanto quieta, è ciò che li fece fuggire dal potere della tomba terrena.  

Poco dopo aver ascoltato la voce sul monte Oreb, Elia fu trascinato in un turbine insieme ad un carro di fuoco, guidato da impetuosi cocchieri, il che equivale ad un’ombra della trasformazione dall’uomo terreno a quello spiritule, che, come sappiamo, è il Signore del Cielo [2Re 2:11]. Qui incontriamo lo scopo della Fede, che ci fa ascoltare e unire alla verità. Ascoltare interamente la voce dello Spirito risveglia l’uomo e gli ricorda degli impetuosi cocchieri, che di conseguenza, gli rammentano della sua vera essenza (essenza spirituale). Grazie al ricordo, viene esaltato dalla terra, ossia dall’illusione della sua esistenza umana, venendo portato ancora una volta, in mezzo ai suoi fratelli celesti, rappresentati dalle miriadi di angeli e carri, tutti riuniti nel nome del Signore, sulla cima del monte Sion, il picco della creazione [Salmo 68:17, Ebrei 12:22-23. 

Questo è il processo di glorificazione di cui sentiamo parlare tanto spesso; la glorificazione ed il ricordo vanno di pari passo.  

Salmi 104:3 Costruisci sulle acque la tua dimora, fai delle nubi il tuo carro,cammini sulle ali del vento; 4 fai dei venti i tuoi messaggeri, delle fiamme guizzanti i tuoi ministri. 

La glorificazione degli angeli di Dio (servi) e la manifestazione di Dio tramite le nuvole, il vento ed il fuoco, sono portati con il ricordo, istigando la voce dello Spirito. La glorificazione dei santi avviene con il ricordo e la riscoperta delle caratteristiche celesti, di cui l’uomo perse la consapevolezza nel suo sonno di morte. I morti nella tomba dell’oblio della propria coscienza umana ascoltano la voce della verità, e sui loro giacigli infernali iniziano a ricordare le proprie caratteristiche celesti. Mentre ricordano delle cose che avevano dimenticato, come Lazzaro, escono dalla tomba del loro senso materiale della vita, vengono spogliati dei propri abiti mortali e liberati dall’amara unione con i malvagi giorni dell’ignoranza.   

 

ESAME DELL’ASCENSIONE DI MOSE’ 

Nel caso di Mosè, il suo corpo non fu mai trovato, nonostante fosse apparso insieme ad Elia, mentre Gesù si trasfigurava dinnanzi ai discepoli. Ciò dovrebbe darvi materiale a sufficienza su cui pensare. A questo punto, qualcuno potrebbe dire che secondo la Bibbia, Dio lo seppellì. In realtà, dovreste prestare ascolto alle parole dello Spirito, e non prestare attenzione a quelle trascritte in un libro, chiamato Bibbia. Dobbiamo capire che Dio non è un becchino, cioè non seppellisce le persone; piuttosto le risveglia, mantenendole in vita. Dio non ha alcun alleanza con i morti, ad ogni modo. 

Vi darò un altro spunto, che vi darà da pensare. quando l’arcangelo litigò con Satana, per il corpo di Mosè, era per seppellirlo o per ridestarlo?[Giuda 1:9]. 

Le uniche altre volte in cui l’arcangelo viene menzionato nella Bibbia, è quando aiuta i santi a risorgere dalla morte. In 1 Tessalonicesi 4:16 induce i santi a risvegliarsi e a ricordare, attraverso il suono della tromba (grida), che rappresenta la voce della verità, proveniente dal cuore del Padre. Risvegliandosi, si riuniscono, ancora una volta, alle miriadi di messaggeri e testimoni (nuvole), riuniti nell’aria (lo Spirito), nel nome del Signore.  

1 Tessalonicesi 4:16 Perché il Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal Cielo ed i morti in Cristo risusciteranno i primi: 17  Per noi viventi che saremo rimasti, verremo insieme con loro rapiti sulle nuvole, ad incontrare il Signore nell’aria: e così, saremo sempre col Signore.  

L’arcangelo Michele viene anche menzionato nel Libro di Daniele, mentre si innalza per aiutare i santi nella risurrezione dalla morte, quando coloro i quali dormono nella polvere nell’illusione della mortalità si svegliano. Sono quelli che riscoprono le loro caratteristiche celesti nella luce, nell’immagine del Dio vivente e accedono alla vita.  

Daniele 12:1 E in quel tempo sorgerà Micael, il gran capo, il difensore de’ figliuoli del tuo popolo; e sarà un tempo d’angoscia, quale non n’ebbe mai da quando esistono nazioni fino a quell’epoca; e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; tutti quelli, cioè, che saran trovati iscritti nel libro. 2 E molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per l’obbrobrio, per una eterna infamia. 3 E i savi risplenderanno come lo splendore della distesa, e quelli che ne avranno condotti molti alla giustizia, risplenderanno come le stelle, in sempiterno. 

Dal punto di vista allegorico, lo Spirito sta indicando che Mosé ascese nell’unione celeste dei perfetti santi, proprio come fece Elia. Molti non sanno che si trattava del medesimo essere angelico, che aveva aiutato Elia nel deserto [Re 19:5-7] e destato da Gesù, mentre era sulla croce [Luca 22:43]. Ricordate, è la rivelazione fatta dallo Spirito a contare, quindi non occorre andare a fondo nell’argomento. 

Piuttosto, dovremmo chiederci ciò che distingueva Mosè per il suo grande onore. Allegoricamente, dopo l’incontro con il cespuglio in fiamme sulla cima dell’Oreb (un tipo di Sion), Mosè camminò in una nuova vita, grazie al potere della resurrezione [Esodo 3]. Era diventato un uomo nuovo, che camminava in un nuovo nome, quello dell’Io Sono. Il modo in cui appariva dinnanzi al volto del faraone non era altro che un’immagine allegorica del Dio Onnipotente, che appariva nei grandi potere e Gloria, in forma umana, per liberare gli eletti dalla mano del maligno. Questo è il mistero della pietà, di cui parlava Paolo nella sua lettera al suo figlio spirituale Timoteo: 

1 Timoteo 3:16 E, senza contraddizione, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra i gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in Gloria. 

Ciò a cui gli israeliti stavano osservando, mentre un glorificato Mosé appariva dinnanzi al faraone e all’Egitto, non è altro che un’immagine del Dio invisibile resoSi visibile; gli israeliti stavano dinnanzi alla maestosità della presenza che esiste sin dal principio, da cui deriva ogni cosa.  

Ascoltando la voce interiore della verità che rivela l’Io Sono, il vecchio uomo della carne insieme alla sua parola si dissolve, così che resti soltanto il Signore del Cielo. Il rinnovato Mosè rappresenta i figli della risurrezione, che non moriranno mai; coloro i quali si sono risvegliati nella realtà dell’Onnipotente, l’immagine del Dio invisibile ed incorruttibile. Costoro hanno superato l’illusione della propria vita mortale sulla terra ed hanno riscoperto mediante il ricordo che, Io Sono il Signore e al di fuori di Me non c’è altro dio. 

Il Signore diede a Mosè un segnale, che resta eterno per chiunque riscopra la vera vita nello Spirito eterno [Esodo 4:3-4]. 

Marco 16:18 Prenderanno in mano dei serpenti; ....... 

Dio gli disse di gettare la verga in mano sulla terra, e questa si trasformò in un serpente aggressivo, a cui Mosè fuggì, ad indicare la pericolosità dell’animale. Poi, Dio gli disse di prendere il serpente per la coda, e questo si ritrasformò in una verga. Ciò dimostra quanto l’uomo, una volta precipitato nella mortalità, perda in termini di dominio e eccellenza celeste, e diventi un semplice essere mortale, condannato a perire, assimilando le caratteristiche del serpente (la bestia), in grado d’iniettare un infinito veleno (iniquità). Ad ogni modo, quando l’uomo inizierà a cercare e ad ascoltare ancora una volta la voce di Dio, proprio come Mosè fece per quaranta anni, supererà il corrotto uomo-serpente della polvere, riscoprendo il suo dominio perduto. Tale è la salvezza che attende coloro i quali ascoltano la verità, seguendola. Si tratta anche della vittoria sugli attributi della bestia, che si leggono nel Libro delle Rivelazioni

Rivelazioni 15:2 Io vidi dunque come un mare di vetro, mescolato di fuoco; e quelli che avevano ottenuta vittoria della bestia, e della sua immagine, e del suo marchio, e dal numero del suo nome; i quali stavano in piedi sul mare di vetro, avendo delle cetre di Dio. 3 E cantavano il cantico di Mosè, servitore di Dio, e il cantico dell'Agnello, dicendo: Grandi e meravigliose sono le opere Tue, o Signore Iddio Onnipotente; giuste e veraci sono le Tue vie, o Re delle nazioni. 4 O Signore, chi non Ti temerà, e non glorificherà il Tuo nome? Poiché Tu solo sei santo; certo tutte le nazioni verranno e adoreranno nel Tuo cospetto; perché i Tuoi giudizi sono stati manifestati. 

Bisogna solo ricordare nella quiete; ricordare risveglia l’uomo alla realtà del fatto che è ad immagine ed esatta somiglianza di Dio, incorruttibile, immortale, incorporeo e perfetto. In questa sacra realizzazione, l’arpa nell’uomo interiore comincerà a suonare una dolce melodia a Dio Onnipotente, in quanto la bellezza e la maestosità torneranno alla luce.  

Salmi 57:8 Destati, o Gloria Mia; destatevi, saltèro e cetra, Io voglio risvegliare l’alba.  

 

   RICORDATE IL SIGNORE NEI GIORNI DELLA VOSTRA GIOVINEZZA

 

I giorni della giovinezza sono quelli in cui camminiamo nella pienezza della Gloria di Dio, quando l’uomo realizza l’eterna ed incorruttibile vita di Cristo. Paolo dice che Cristo è la nostra vita; a significare che la vita del Gesù trasfigurato non conosce  l’annientamento da Dio, la paura, la malattia, il dolore, il dispiacere, la corruzione, ecc...: è la nostra vita, senza alcuna condizione. Sarà compito del ricordo farci realizzare questo mistero.  

Durante l’ultima cena, in cui Gesù spezzò il pane e prese il vino, dandoli ai discepoli, a simboleggiare che tale evento avvenga nei Cieli, dichiarò che il pane è il Suo corpo e il vino è il Suo sangue. Stava dimostrando la nostra unione con lo Spirito ed il fatto che condividiamo tutti una sola vita, un corpo, perché la vita del corpo è nel sangue [Levitico 17:11-14]. Mentre tutto ciò avveniva, Gesù comandò che i discepoli lo facessero in Sua memoria [Luca 22:19-20]. Questo evento ha un significato molto più profondo, rispetto alla semplicità del pane di cui ci si nutre durante il rito religioso della Comunione, praticato dagli uomini. Ciò che avvenne durante l’ultima cena, con Gesù e i discepoli, in realtà, è soltanto un’ombra della nostra comunione celeste in Cristo. Rappresenta l’unione della vita celata in Dio, di cui ogni uomo deve far parte per vivere, altrimenti per lui c’è solo morte.  

Gesù comandò ai discepoli di mangiare il pane e bere il vino in Sua memoria. Chi e che cosa stiamo ricordando noi qui? Si tratta di Gesù in quanto uomo della terra, nato da Maria e discendente di Abramo nella carne? Se parlava di Se Stesso nella carne, non avrebbe potuto dire: Io Sono da prima di Abramo.  

Gesù disse loro: In verità, in verità vi dico: Prima che Abramo fosse nato, io sono (Giovanni 8:58).  

Non avrebbe nemmeno rinnegato Sua madre e i Suoi fratelli in pubblico, dichiarando che la Sua vera madre ed i Suoi fratelli sono coloro i quali sono con Lui nella luce, e fanno insieme la volontà di Dio.  

E rispose loro, dicendo: Chi è Mia madre o chi sono i Miei fratelli? E Si guardò intorno, per vedere chi era seduto vicino a Lui e disse: Guardate Mia madre ed i Miei fratelli! Chiunque fa la volontà di Dio è Mio fratello, Mia sorella e Mia madre (Marco 3:3-35).  

Gesù Cristo rappresenta la vita e l’immagine del Dio vivente, è l’incarnazione del Dio vivente, l’unico da cui deriva tutto ciò che è stato creato. Egli è l’Alfa e l’Omega, Dio Onnipotente, il solo che è, è stato e sarà. Si tratta di un’entità puramente spirituale e incorporea, che non è un uomo, sebbene appaia in forma umana, proprio come Gesù, e sta apparendo in noi oggi che ci risvegliamo. Essendo la chiesa, il corpo di Cristo, l’opera dello Spirito è di rammentarci che siamo tutti parte di quell’entità incorporea, senza principio e senza fine.  

1 Giovanni 5:20 Ma noi sappiamo che il Figliuol di Dio è venuto, e ci ha dato intendimento, acciocchè conosciamo Colui che è il vero; e noi siamo in Lui che è nel vero, nel suo Figliuol Gesù Cristo; questo è il vero Dio, e la vita eterna. 

Continuare a seguire questa rivelazione dall’Alto, porta il ricordo e ci mantiene nella luce, in quanto Egli è nella luce, lontano dal regno della carne, in cui regna la distruzione. Sappiamo, che quando camminiamo in questa rivelazione, tutte le cose sono possibili ed otteniamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, perché l’immenso potere dell’Onnipotente passa attraverso di noi per mezzo della Fede. Questo è il ricordo a cui tutti gli uomini sono richiamati a conformarsi [Ecclesiaste 12]. 

Ecclesiaste 12:1-7 1 Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni..... 

Abbiamo stabilito che ogni cosa deriva da Cristo, che è in realtà Dio che Si proietta attraverso di Lui, in forma umana. Abbiamo anche stabilito che siamo membri della congregazione chiamata chiesa, ossia il corpo di Cristo. Assimiliamo tale realtà: un corpo privo di testa è inutile. La più grande meraviglia di tutte è sapere che siamo tutti parte di quel corpo spirituale, da cui derivano tutte le cose. Eravamo in quella sacra unione, ancora da prima che il mondo fosse creato, e alle cose fosse comandato di esistere. Una cosa simile potrebbe suonare strana ed assurda alle orecchie dell’uomo normale, semplicemente perché ha dormito negli oscuri abissi dell’oblio.  

Nel reame dell’oblio chiamato il mondo, l’uomo inizia a conoscere i giorni malvagi, dove i piaceri del Paradiso spariscono, e l’uomo si accede in una  nuova esperienza di tribolazione e paura. La luce dei corpi celestiali e la pioggia delle nuvole indicano che l’uomo precipita da quell’unione celeste nella luce (la chiesa). L’uomo comincia a camminare come una creatura schiava dei elementi materiale di questo mondo, perdendo ogni consapevolezza del fatto che discende dal Creatore. Le cose iniziano a crollare, dato che ora è soggetto ai poteri distruttivi dell’inferno. 

Ecclesiaste 12:3-6 descrive il peggioramento dello stato dell’uomo, mentre vive i giorni malvagi, quando la morte regna sovrana.  

Ecclesiaste 12:3-6 prima dell’età in cui i guardiani della casa tremano (le mani), gli uomini forti si curvano (le gambe), le macinatrici si fermano perché son ridotte a poche (i denti), quelli che guardano dalle finestre si oscurano (gli occhi), e i due battenti della porta si chiudono sulla strada perché diminuisce il rumore della macina (lenta attività); in cui l’uomo si leva al canto dell’uccello, tutte le figlie del canto s’affievoliscono (non ci sono più canti e gioia) .... 

È un continuo precipitare dell’uomo nella distruzione, perché ignora che il Signore sia la sua vita. Qui risiede la ragione per cui polvere e corruzione insudiciano questo mondo; inoltre, alcuni sono malati, altri sono deboli nella Fede, perché nel loro stato incosciente, non riconoscono il corpo del Signore, di cui fanno parte.  

Esaminiamo la lettera di Paolo, in merito al corpo del Signore: 

1 Corinzi 11:24-30 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo donato in sacrificio per voi. Fate questo in memoria di me. "Allo stesso modo, prese anche il calice, dopo cena, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue. Fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di Me. " Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché Egli venga . Chiunque, quindi, che mangia il pane o beve dal calice del Signore in modo indegno sarà colpevole nei riguardi del corpo e sangue del Signore. Ma lasciate che ognuno esamini se stesso, allora, e poi mangi di questo pane e beva da questa coppa. Perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve su se stesso. Questo è il motivo per cui molti di voi sono deboli e malati, e alcuni sono morti. 

In primo luogo, questa comunione al tavolo del Signore, c’è sempre stata sin dalla creazione del mondo. Gli uomini vivono gli orrori, perché sono diventati indegni della Gloria del Signore. Gli uomini hanno iniziato a sedersi alla tavola dei demoni (uomini mortali) e hanno perso tutta la consapevolezza della realtà del corpo di Dio, di cui sono parte.  

1 Corinzi 10:21 Voi non potete bere il calice del Signore e il calice dei demoni; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni. 

Questo è quanto avvenne quando Adamo, che una volta camminava nella Gloria della Stella del Mattino, iniziando ad entrare in comunione con il serpente, che rappresenta la conoscenza carnale di quest’epoca. Quella comunione fa semplicemente sì che l’uomo inizi una relazione con gli idoli, che non sono Dio, ma appartengono agli uomini. Nessun uomo può partecipare alla mensa del Signore e a quella dei demoni al tempo stesso: vivere in due mondi è impossibile. 

Apparendo sulla terra in mezzo agli uomini, Gesù è venuto per ripristinare questa comunione, portando ancora una volta il ricordo del corpo del Signore, di cui tutti facciamo parte. Mentre pregando, ricordiamo il Signore in comunione, entra dentro di noi, visto che noi siamo Lui e Lui è noi. Ancora una volta, realizziamo la bellezza dell’infinita vita d’amore e delle illimitate possibilità. 

Il ricordo dell’Onnipotente dentro di noi arresta il processo della morte e ci fa riscoprire i nostri vigore e vitalità della gioventù; riporta i giorni della nostra gioventù, in cui non ci sono offese. Si tratta di realizzare coscientemente il Cristo interiore, lo stesso di ieri, oggi e per sempre. Se l’uomo può ricevere istruzioni dallo Spirito, che reca con sé il ricordo, potrà venire fuori dall’abisso dell’oblio, dove regna la corruzione, e rivivere ancora una volta, i giorni della propria gioventù. Realizzerà la bellezza della sua vera identità. Questa è la salvezza del Signore.  

Giobbe 33:23 Ma se, presso a lui, v’è un angelo, un interprete, uno solo fra i mille, che mostri all’uomo il suo dovere; Giobbe 33:24 Iddio ha pietà di lui e dice:"Risparmialo, che non scenda nella fossa! Ho trovato il suo riscatto"; Giobbe 33:25 Allora la sua carne divien fresca più di quella d’un bimbo; egli torna ai giorni della sua giovinezza; Giobbe 33:26 implora Dio, e Dio gli è propizio; gli dà di contemplare il suo volto con giubilo, e lo considera di nuovo come giusto. 

In conclusione, possiamo dire che il ricordo è un atto di Fede, è veglia, preghiera e digiuno; è la nostra meditazione che ci fa fuggire dalla distruzione infernale del regno mortale, e ci mantiene in vita per tutta l’eternità. Ogni uomo deve restare fermo e sapere che il Signore è la sua vita. Tale è la verità che lo Spirito sta rilasciando oggi su di noi; è rinfrescando i cuori affaticati, che porta il ricordo delle cose gloriose dimenticate nella nostra esperienza umana. Se ci sentiamo soli, abbandonati, umiliati, feriti emotivamente o malati, restate quieti, guardate dentro di voi, e iniziate a rammentare il vostro Cristo interiore; è la porta che conduce al nuovo mondo di beatitudine, dove nulla che possa offendere o mentire potrà mai penetrare.  

Dio vi benedica,

Trevor Eghagha

trevor@illuminazionedidio.it