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APOCALISSE DEL CRISTO


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IL PANE CELESTE

 

 

 

1Corinzi 10:16 il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse partecipazione con il sangue di Cristo? Il pane, che noi rompiamo, non è forse partecipazione con il corpo di Cristo?

1Corinzi 10:17 Poiché vi è un solo pane e noi, sebbene in molti, siamo un solo corpo, poiché tutti partecipiamo dell'unico pane.

 Proprio prima che Gedeone portasse a termine una prodezza straordinaria, radunando ben trecento volontari provenienti da Israele, per combattere gli eserciti numerosi delle nazioni orientali, i cui soldati, cavalli e cammelli erano innumerevoli come locuste, e come sabbia sulle spiagge, ricevette la sicurezza desiderata per mezzo di un sogno di cui sentì parlare alcuni membri delle truppe orientali. Da spia, Gedeone s'intrufolò nel campo nemico e ascoltò la conversazione di un uomo, che aveva sognato della discesa di una pagnotta d'orzo, che capitombolò nel loro campo (il campo degli eserciti orientali), spianando completamente una tenda. Interpretando il sogno, l'altro compagno spiegò che si trattava di un brutto segno per loro (gli eserciti orientali), in quanto simboleggiava la vittoria nell'imminente battaglia tra gli eserciti orientali e gli israeliti, capeggiati da Gedeone.

 Armato del sogno e della sua interpretazione, in quanto fonte di fede rinnovata, Gedeone radunò i suoi trecento soldati e a mezzanotte colpì i nemici orientali. Fece ciò, in un modo estremamente inconvenzionale, semplicemente armando una mano di ogni membro del suo esercito con un vaso di argilla contenente una lampada, e una tromba nell'altra mano. Poi, divise i trecento uomini a sua disposizione in tre gruppi, e a mezzanotte diede loro un segnale, suonando la tromba e rompendo con loro  i vasi d'argilla. Subito dopo, gli altri trecento soldati ascoltarono lo squillo di tromba e ruppero i vasi d'argilla, facendo risplendere la luce nascosto dentro. Questo fu sufficiente per causare confusione nel campo dei nemici orientali, che erano davvero numerosi. In tale confusione, si uccisero tra loro, facilitando così il compito degli israeliti, che si svegliarono dal loro assopimenti, per distruggere completamente gli orientali, che fuggirono in ritirata.

 

Giudici 7:19 Gedeone e i cento uomini che erano con lui giunsero ai margini dell'accampamento all'inizio della vigilia di mezzanotte, appena dopo il cambio delle sentinelle. Essi suonarono le trombe e spezzarono le brocche che tenevano in mano. Giudici 7:20 Allora le tre schiere suonarono le trombe e spezzarono le brocche tenendo con la sinistra le fiaccole e con la destra le trombe per suonare, e si misero a gridare: «La spada dell'Eterno e di Gedeone!». Giudici 7:21 Ognuno di loro rimase al suo posto intorno all'accampamento; l'intero esercito nemico invece si mise a correre, a gridare e a fuggire. Giudici 7:22 Mentre i trecento uomini suonavano le trombe, l'Eterno fece volgere la spada di ciascuno contro il proprio compagno per tutto l'accampamento. L'esercito nemico fuggì fino a Beth-Scittah, verso Tserah, fino ai margini di Abel-Meholah presso Tabbath.

 Gedeone aveva usato un piccolo esercito improvvisato, per portare a termine l'impresa, che secondo la ragione umana sarebbe stato impossibile da realizzare; impiegando solo trecento uomini, era riuscito a sconfiggere un esercito descritto come numerosissimo. Ad ogni modo, con lo Spirito, noi sappiamo CON DIO, tutto è possibile, e non con l'uomo. L'enigma spirituale contenuto all'interno della vittoria dell'esercito di Gedeone è applicabile soltanto a coloro che vivono seguendo il mistero del Cristo.

 Che cosa rappresentano i nemici di Israele apparentemente invicibili, i primogeniti di Dio dell'Oriente? Qual è il nemico più grande di morte e peccato, che ha sconvolto gli uomini attraverso i secoli? Questi nemici armati in groppa ai loro cammelli, cavalli e persino a piedi, che trasportavano stendardi con iscrizioni dei problemi illimitati che sommergono gli uomini in questa epoca oscura. Le malattie, le paure, l'instabilità su tutti i fronti, le perplessità, i dolori emotivi, i dispiaceri, ecc., rappresentano tutti gli agenti armati del regno delle tenebre, la morte che oggi circonda tutta l'umanità. Regna sempre di più in questo mondo, dimostrando di essere invincibile dal logico punto di vista umano.

 Ricercatori, sia in ambito scientifico sia filosofico, hanno cercato attraverso i secoli, di trovare l'antidoto alla morte: nessuno di loro ci è riuscito. Per mezzo dei loro futili tentativi, libri sono stati scritti, sono sorte delle sette religiose, e tutto ciò per sconfiggere il nemico comune chiamato morte. La ricerca ancora continua e le scuole di pensiero nascono continuamente. Non c'è una sola scuola di pensiero che potrebbe manifestarsi probabilmente in forma di religione ad esempio, ma ce ne sono miriadi, che potrebbero nascere dicendo: “Conosciamo la via che conduce alla speranza benedetta”, ma dal punto di vista materiale, la morte continua a regnare incontrastata nel mondo degli uomini. Si tratta di una ricerca senza fine, che non giunge mai al risultato desiderato.

Uno sguardo apparente ai numeri incredibili dei loro nemici fu sufficiente a far svenire di paura gli israeliti, portando alla ritirata dei ventiduemila dell'iniziale numero, che inizialmente erano i volontari che andarono in guerra con i loro nemici orientali. Pensate alle numerose voci dei profeti e alle false credenze che oscurano la vista dell'uomo, in merito alla bellezza in cui è stato generato. Le voci dell'oppressione da parte dei familiari e amici, secondo cui non siete brave persone, le voci delle accuse e di rimorso sugli errori e fallimenti del passato, ecc. Senza poi dimenticare le risposte dei medici che fungono da profezie nella vostra vita, portandovi a spaventarvi e a creare persino maggiori problemi. Vedendo i problemi apparentemente numerosi dell'umanità, molti sono piombati nella miseria e nella depressione infinite, credendo che non ci sia speranza, mentre diciamo a noi stressi: “fateci mangiare e bere, perché domani moriremo”. In tutto ciò, l'uomo fallisce nel vedere che c'è una spessa coperta di morte, posta al di sopra dell'umana comprensione, nascondendo la realtà della perfezione e della bellezza che si trovano dentro di sè.

 Ad ogni modo, la buona notizia consiste nel sapere che la morte verrà sconfitta; questa è la ragione per la quale il mistero del Figlio di Dio oggi ci viene rivelato. Egli è giunto per distruggere le opere del diavolo, il cui scopo fondamentale è la morte.

 1Corinzi 15:26 L'ultimo nemico che sarà distrutto è la morte.

 La morte è l'ultimo nemico da sconfiggere nell'uomo, e ciò avverrà quando il Cristo interiore dipinto dalle fiamme delle lampade all'interno dei vasi inferiori della terra dell'esercito di Gedeone, si evidenzierà nell'uomo. La morte non esisterà più, quando l'uomo si sveglierà alla comunicazione spirituale dell'ultima tromba divina. Allora, l'uomo comincerà ad ascoltare e confesserà il Cristo interiore, proprio come generato dalle trombe squillate a mezzanotte. Si sveglierà dal suo profondo sonno mortale a mezzanotte, nel perfetto giorno spirituale del Signore, quando la vera creatura di Dio, ossia il Signore della Gloria, apparirà. A mezzanotte, l'uomo mortale sarà ben consapevole dell'oscurità,  la morte finirà nell'oblio, e Colui Che dimora negli alti luoghi della terra apparirà. Si tratta della venuta, dell'apparizione del Signore della Gloria, dopo la quale la morte sparirà per sempre, perché in Lui non esistono affatto le tenebre.

 

Con l'avvertire e il risveglio del prezioso dono nell'uomo, il Cristo interiore, gli agenti di morte, che una volta si credeva fossero innumerevoli, spariranno semplicemente, li cercherete e scoprirete che erano soltanto frutto dell'immaginazione della velata e limitata mente carnale. Allora l'uomo comprenderà le parole di Gesù, quando chiese alla donna che era stata condannata a morte dalle molte voci degli uomini: “Donna, dove sono I tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?”. E la risposta della donna fu: “Nessun uomo, Signore”; e Gesù continuò: “Nemmeno io ti condanno, va e non peccare più”.

 

Risvegliarsi alla vera ed unica vita spegne le fiamme infernali, in quanto l'ardente condanna nasce dalle credenze formulate dagli uomini, nella polvere nel mondo inferiore. Ogni predisposizione proveniente dal mondo dell'uomo si dimostra contraria alla vita, la quale viene abbondantemente cancellata, e l'uomo si sveglierà nella propria vera essenza, perché in lui non esiste alcuna condanna. Le cose del passato non torneranno più nella mente dell'uomo, non ci saranno più timore, dispiacere, dolore, morte; piuttosto, erediteremo ogni cosa per l'eternità. Erediteremo un regno di vera sostanza, che non potrà mai esserci portato via; regneremo e riposeremo.

 

Ma allora che cos'è la morte? Non c'è una sola definizione della morte, ma in termini semplici, possiamo dire che si tratta di qualcosa posto al di fuori di Dio. L'incapacità dell'uomo di identificarsi con la sola eterna presenza spirituale, vivendo e avendo la totale essenza in essa, equivale alla morte. Fallire nel sapere davvero che la terra e la pienezza, di conseguenza, e gli abitanti appartengono tutti al Signore, corrisponde alla morte che si manifesta nella mente carnale, mostrando l'ignoranza delle cose invisibili di Dio. L'incapacità di vedere soltanto che la Sua Gloria riempie ogni cosa, come le acque che coprono i mari, corrisponde alla morte, perché oltre a Lui non c'è nessun'altro. Questo equivale all'assenza dalla consapevolezza della pura coscienza d'amore del Padre, quindi la tribolazione, il timore e l'ansia, patiti dall'uomo attuale. Il timore è dovuto al fatto che ciò che nella loro ignoranza, gli uomini percepiscono come vita e sostanza, sembra essere inevitabile e immortale. Nella paura e nell'ansia, l'uomo cerca insistentemente di cercare l'immortalità e la perfezione, tipiche della condizione mortale. Cercando conforto, cerca vanamente di raggiungere un dio che egli stesso, nella sua ignoranza ha generato, ma sembra che non riesca a trovarlo.

 

Il mondo, l'inferno e la morte, che sono termiti fini a se stessi, saranno definitivamente aboliti, quando colui che dorme nella polvere, equivalente alla vita carnale, si sveglierà nella sua vera pura spiritualità. Potrà farlo, soltando ascoltando il suono della tromba di Dio, che lo risveglierà riportandolo alla sua vera essenza. Gesù chiamò il mondo, privo della comprensione del Figlio e del Padre, Dio. Si tratta di colui che, lontano dall'ignoranza spirituale, non dimora nella realtà del Figlio per l'eternità, colui che è in Dio Padre.

 

Il Padre ama il Figlio, e Gli ha dato ogni cosa, la Sua essenza; essere assenti da questa realtà equivale a tormento e inferno. Possiamo definire il Figlio come una manifestazione di Dio Padre in questo piano materiale. Possiamo anche definire il Figlio come pura coscienza spirituale del Padre, apparsa in questo piano fisico, l'Agnello di Dio. Chiunque sia assente da questa realtà rappresenta una vita al di fuori dell'unico vero Dio, le deliziose fontane di acqua vivente.

 

Il gruppo di trecento soldati di Gedeone, che distrussero i loro vasi d'argilla per svelare gli agnelli nascosti, rappresenta i figli della resurrezione; coloro che hanno riscoperto il segreto della loro vera essenza spirituale. Risorgere è risvegliarsi dal profondo sonno di morte, lasciare l'ignoranza spirituale secondo cui si è legati agli elementi di quest'epoca materiale, per riscoprire la bellezza del vero io spirituale; qualcosa che non cambierà mai, ma attende semplicemente di essere riscoperta. All'interno dell'inferiore tabernacolo terreno di ogni uomo c'è la luce, che rappresenta la vera vita eterna di Dio. Non importa quale sia l'esterno, è lì sepolto al di sotto della mortalità del suo senso umano della vita, e sarà riportato alla luce a tempo debito, percependo il forte profumo di Dio nella sua vita. Come il gruppo spavaldo e vigilante dei trecento, l'umanità vivrà questa vita quando è ancora nella carne. Anche nel mondo, conosceranno la bellezza della vita eterna del Dio vivente, liberi dal legame mentale con la corruzione, confermando le parole di Giobbe: “Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, nella mia carne vedrò Dio.” (Giobbe 19:26). Sì, un popolo assaggerà, vivrà e manifesterà Dio, nonostante l'inferiore e corruttibile vaso in cui dimora per un momento.

 

Davvero grande è il mistero della pietà, l'invisibile, immortale ed incorruttibile Dio, Che appare in questo piano materiale e contemplato da uomini e angeli, predicato in questo mondo ed elevato ancora nella Gloria. Svelare questa personalità di Dio fatta di luce interiore celata nell'uomo, corrisponde al mistero della pietà che Gesù manifestò durante i giorni del Suo ministero, quando disse agli spettatori: “Chi vede Me, vede il Padre” (Giovanni 14:9). Sono stati in molti finora ad aver limitato questo grande mistero della devozione al Gesù in carne, ed hanno creato un idolo nella carne proprio da Gesù, che in realtà non esiste. Ai piedi della montagna, la vana religione dell'uomo ha generato un vitello d'oro fatto della carne di Gesù in quanto uomo, e l'ha adorato invece di raggiungere la cima della montagna per contemplare la maestà del Signore della Gloria interiore. Erroneamente, questi uomini volgono lo sguardo verso il vaso d'argilla e non verso la luce invisibile che si manifesta attraverso il vaso. Restano ancora a guardare il cielo, in attesa che Egli ritorni e faccia qualcosa per loro. Non riescono a rendersi conto che stanno compiendo lo stesso errore dei discepoli, che guardavano continuamente verso il cielo, cercando nuovamente un contatto con il Gesù di carne. Gli angeli apparvero e dissero loro di non perdere il loro prezioso tempo, perché Egli non era lì.

 

Gesù disse che anche noi uomini compiremo le Sue stesse opere.

 

Giovanni 14:12 In verità, in verità vi dico: chi crede in me farà anch'egli le opere che io faccio; anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.

 

Ma quali sono le opere in questione? Si tratta di fare le crociate e riunire migliaia di persone sotto lo stesso tetto e predicare loro? Si tratta di risvegliare i morti o recarsi presso ogni ospedale a prendere le mani dei malati per guarirli? Tutto questo deve avvenire per poter riguardare la dimostrazione dinnanzi agli uomini? In verità, tutto questo non è quanto il Padre ci richiede; non siamo chiamati ad essere attori, ma piuttosto alla verità. Si possono resuscitare i defunti, ma resteranno spiritualmente morti. Le opere ed i miracoli di Gesù dovrebbero essere identificati spiritualmente: questo è l'intento per cui furono compiuti. Tutti si rivolgono alla redenzione dell'uomo, che sarà libero da corruzione e morte, e tornerà a ciò che è vero, incorruttibile e immortale: il Signore nostro Dio.

 

Sono in molti ancora oggi a non sapere che persino la resurrezione di Lazzaro era una parabola, che rivelava l'eterna opera spirituale del Padre, Che resuscita i Suoi figli, sottraendoli alla loro materiale e mortale coscienza. Nessun uomo nella carne è davvero guarito o resuscitato; questo è destinato soltanto a coloro i quali si risvegliano alla vita nello Spirito, che per inciso, è il Signore, nostra vera vita. La guarigione o i miracoli in alcun modo potranno rendere immortale ciò che è mortale, o rendere incorruttibile ciò che è corruttibile. Ma in realtà, questo non implica che non esiste alcuna guarigione o opere; piuttosto, il messaggio è che non dobbiamo allontanarci dalla semplicità della Parola. Infatti, Gesù dice: “Il Mio giogo è semplice e il Mio fardello è leggero”; per questo, non dobbiamo mai lasciare che i fardelli dei rituali religiosi degli uomini ci tormentino o ci indeboliscano per niente. Occorre soltanto restare nella luce e l'essenza di Dio traboccherà dalla vostra tazza, finendo sulle nazioni, guarendole. Se osserviamo il sole, vediamo che genera tutta la luce e le forme di energia nella dimensione naturale; fa tutto questo, soltanto per quello che è. Quindi, quelli che si scoprono come la luce del mondo, si trovano semplicemente nella luce come la radiosa creatura di Dio.

 

Le opere compiute da Gesù durante i Suoi giorni nella carne svelano la personalità della luce, posta all'interno del Suo tabernacolo terreno. Camminare nella coscienza dell'uomo interiore, ossia il Signore della Gloria, fu sufficiente a guarire coloro che Lo contattarono. Infatti, Gesù disse che è l'io interiore a compiere le opere. Questa è la stessa opera che i discepoli del Signore sono chiamati a compiere. Come Gesù, Gedeone aprì la strada e gli altri trecento seguirono suonando la tromba (confessione del Cristo interiore), distruggendo le loro brocche terrene (trasportando la loro croce), e facendo risplendere le lampade che erano all'interno (Non sono più io, ma Cristo). Il precursore della fede, Gesù, visse secondo il mistero della pietà, e noi oggi siamo chiamati a compiere le stesse opere. Ripeto, questo non ha a che vedere con le opere materiali, come gli scribi ed i farisei che perquisirono mari e terre, alla ricerca dei proseliti, visto che io stesso in quanto uomo, non posso fare assolutamente nulla. Chi agisce è Dio Padre in me. Perciò, cercherò la realtà dell'Unico in me e ogni altra cosa seguirà. Più ci rendiamo di conto di questo, tanto più la coscienza del Cristo interiore aumenterà e l'uomo esteriore, che non è altro che il risultato dei sospiri menzogneri della polvere del mondo inferiore, precipiterà nell'oblio.

 

Finora, abbiamo parlato dei vasi d'argilla e del loro contenuto; ma adesso, dobbiamo analizzare la pagnotta che sbucò dal nulla, nel campo dei medianiti e dei loro alleati, rovesciando completamente una tenda nel bel mezzo. Immaginate il modo in cui Dio usa sempre le cose, a cui gli uomini danno poco valore, per rovesciare le fortezze della malvagità spirituale. Il pane ha poca sostanza, capace di capovolgere una tenda, ben piantata nella terra. Il Padre sta insegnando ai propri figli a superare il mondo con la saggezza che disobbedisce a quella altezzosa dell'uomo. Oggi, vediamo questo sogno cominciare da capo, ma stavolta insieme alla vera comprensione, che stabilirà chi ascolterà nell'immortale Regno. 

 

Vi siete chiesti da dove provenisse questa pagnotta? L'uomo, a questa visione, risponde semplicemente che era piombata giù dal cielo. Questa visione ci rammenta quella del re di Babilonia, durante i giorni del profeta Daniele. Nella visione, il re vide una roccia tagliata senza mani, colpire il piede d'argilla e di ferro di una statua davvero splendente, facendo sì che essa, fatta d'oro, argento e ottone, si sollevasse e venisse completamente distrutta. La statua, in tale condizione, apparve come macerie, impolverato, che vennero disperse dal vento. Questo mostra una completa distruzione della statua.

 

Daniele 2:31-35 Tu stavi guardando, o re, ed ecco una grande immagine; questa enorme immagine, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con un aspetto terribile. La testa di questa immagine era d'oro fino, il suo petto e le sue braccia erano d'argento, il suo ventre e le sue cosce di bronzo, le sue gambe di ferro, i suoi piedi in parte di ferro e in parte d'argilla. Mentre stavi guardando, una pietra si staccò, ma non per mano d'uomo, e colpì l'immagine sui suoi piedi di ferro e d'argilla e li frantumò. Allora il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro furono frantumati insieme e diventarono come la pula sulle aie d'estate; il vento li portò via e di essi non si trovò più alcuna traccia. Ma la pietra che aveva colpito l'immagine diventò un grande monte, che riempì tutta la terra.

 

Lo Spirito in tal caso, sta rivelando un'attività che si manifesta al di fuori delle invisibili ed infinite vette di Dio, per sollevare i sistemi degli uomini, fondati in una dimensione materiale di tempo e spazio, come dimostrato dai piedi di ferro e d'argilla della statua. L'uomo si sbaglia, quando crede che l'invisibile attività di Dio appaia per preservare e rinforzare i sistemi umani: Egli fa proprio l'opposto. L'uomo terrestre viene allontanato e dissolto, visto che l'attività invisibile di Dio si manifesta al di fuori dell'infinito, per annullare ciò che è finito, nel tempo e nello spazio. In tal modo, tutto quello che resta è l'eterno Regno dell'unico vero Dio, altrimenti noto come Regno di Dio.

 

Questa attività sta già agendo nell'uomo e nei suoi sistemi, ma è difficilmente precipitarla con i sensi naturali. Si tratta proprio dello stesso identico modo in cui Gesù Si manifesta continuamente, al di fuori delle infinite vette di Dio, ma è raramente riconosciuto dalla maggioranza delle persone. Adesso le moltitudini si stanno risvegliando alla vera vita eterna di Dio, ma non è possibile percepire ciò con i sensi naturali: ciò lo si ottiene per mezzo della vista spirituale. Da tutto questo, è evidente che lo scopo divino di Dio prevalrà definitivamente: è il Signore Che opera nell'uomo, per ottenere proprio tale scopo, non la volontà della carne.

 

Nello stesso modo in cui la roccia appare fuori dal Paradiso per sollevare i sistemi mortali degli uomini, la pagnotta vista dal sognatore piombare dall'alto dal nulla, rappresenta l'invisibile attività di Dio, che appare dal Cielo, per porre fine al sistema di morte dell'uomo. È lo stesso vero eterno pane della vita, che discende dal Cielo per dare vita ad un mondo, che languisce nel peccato e nella morte. Gesù dichiara con parole molto semplici: “IO SONO questo pane che discende dall'infinita dimensione di Dio, per abbattere la fortezza della morte nell'uomo, affinché possa vedere la vita”.

 

Giovanni 6:51 Io sono il pane vivente che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; or il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo».

 

Questo pane spirituale può essere definito come corpo o coscienza spirituali e appartiene all'eternità, e il Padre sta riportando ancora una volta l'uomo a tale consapevolezza. Nuovamente, perché si era smarrita nella polvere, la coscienza materiale dell'uomo mortale, che è disceso in una dimensione di spazio e tempo. Chiunque riconoscerà questo pane, entrandovi in comunione, nutrendosene, si sveglierà e vivrà per sempre nell'immortale coscienza di Dio Padre. La comunione con questo pane solleva l'oscura tenda della morte, rafforzata da carne e sangue, la mente carnale; l'uomo deve assolutamente agire in questo modo per poter vedere la vita. Si può affermare pertanto, che la carne e il sangue rappresentano la vana coscienza materiale dell'uomo di quest'epoca, da cui non trae alcun giovamento.

 

Giovanni 6:63 È lo Spirito che vivifica; la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita.                          

 

Come ho ribadito, sono in molti oggi ad avere un'idea errata in merito al Cristo, Colui che è giunto sulla terra per promovuore la vita, in quanto questo evento viene percepito per mezzo della loro coscienza materiale. Ecco perché le moltitudini furono deluse dalle parole di Gesù, decidendo così di non seguirlo in diverse occasioni. Le persone credono che sia giunto qui per dare loro del denaro, una lunga vita, creare famiglie, dare loro fama, ecc. in questo piano materiale: in realtà si sbagliano, visto che è giunto qui per porre fine a tutto questo, riportando l'uomo all'originario regno immortale, noto come il Regno di Dio. Sta forse scritto che Gesù insegnò la moralità, i valori della famiglia, l'economia, le strategie d'investimento, come fare per ottenere determinate cose? Egli è semplicemente giunto in mezzo a noi per svelare un Regno in cui ci dimora ogni potere e Gloria in Dio, ed è aperto liberamente a tutti gli uomini.  In questo reame, si trovano la vostra famiglia, le ricchezze e la prosperità in ogni sfera della vita. Per questo, Egli dice che dobbiamo lasciare ogni cosa legata alla mente legata al mondo carnale, per aggrapparci alla vera sostanza eterna, che “Sono venuto a darvi, perché non sono di questo mondo”.

 

Fino a quando l'uomo percorrerà la via dell'Adamo caduto, che rappresenta la discesa nel regno materiale, la polvere, sarà assente dal Signore, Che è lo Spirito. Questa tendenza distruttiva è definita conformazione a questo mondo; è proprio questo a cui l'uomo viene chiesto di astenersi, mentre ascolta la maestosa voce dello Spirito, il quale è il vero pane che dona la vita. Se tutti mangiassero questo pane celeste, sarebbero subito trascinati via dalla polvere della vita umana, fino all'ultimo giorno.

 

Questo giorno è eterno ed appartiene solo e soltanto al Signore; si tratta del giorno dello Spirito, ricordiamo infatti, che il Signore è lo Spirito. L'ultimo giorno a cui fa riferimento Gesù è il settimo (giorno del Sabato), menzionato nel racconto allegorico della creazione, nei primi capitoli della Genesi, in cui Dio si riposò. In questo settimo ed eterno giorno, il figlio si risveglierà nella sua originaria coscienza spirituale e di conseguenza, riposerà in un'eterna dimensione spirituale, chiamata Eden. Resuscitando con il respiro (lo Spirito, pane celeste), il figlio emerge immediatamente dalla tomba della vita materiale, polvere, e ascende alla pura e immobile coscienza di Dio Padre. Questa è la via o dimensione della pura coscienza spirituale, in cui carne e sangue non possono entrare. Questa coscienza materiale, rappresentata dalla bestia feroce, non troverà mai la via che conduce alla santità nel Dio vivente; è riservata alla coscienza (mente) di pura spirito (Isaia 35:8-10).

 

Per accedere al giorno del Signore, la mente serpentina (carne e sangue) dev'essere uccisa dalla fiammante parola della verità, che sorveglia la via che conduce all'esaltato Regno dell'Eden. Ecco perché coloro che, ritornando e regneranno nella vita, persero la testa per la testimonianza (coscienza spirituale) del Cristo. Rammentate che i mille anni ben conosciuto come il millennio simboleggiano l'infinito ultimo giorno del Signore, una dimensione di puro Spirito; si tratta di un regno a cui, chi si nutre del pane della vita, ascenderà. 

 

Apocalisse 20:4-5 Poi vidi dei troni, e a quelli che vi sedettero fu dato la potestà di giudicare; e vidi le anime di coloro che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano preso il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Costoro tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. Ma il resto dei morti non tornò in vita finché furono compiuti i mille anni. Questa è la prima risurrezione.

 

Fu di questa ascensione che Gesù parlò, quando disse: “Vado da Mio Padre e vostro Padre, Mio Dio e vostro Dio”.  Anch'Egli dovette discendere dall'infinita dimensione senza tempo di Dio, per finire nel piano materiale (tempo e spazio), provando pertanto la morte spirituale e patendo la povertà, come ogni altro uomo; e dovette tornare nella coscienza di Dio. Facendo ciò, Gesù ha mostrato la via che conduce alla vita, che prima era nascosta alla comprensione dell'uomo.

 

Facciamo sì che il lettore non si lasci ingannare dal pensare che l'uomo modellato fuori dalla polvere sia un racconto storico creato dall'uomo, perché l'origine dell'uomo è nell'eterno Spirito, Dio. Sentite le seguenti parole: “Mio Padre e vostro Padre, Mio Dio e vostro Dio” ? Non dubitate neanche per un istante del fatto che la vostra origine sia nel Padre. Il racconto della creazione è come una parabola sulla vera opera di redenzione, che Dio sta oggi attuando nei Suoi figli. Per farsi risvegliare e così rivivere, fuoriuscendo dalla fossa arida (polvere), il figlio deve cibarsi del pane celeste (Spirito), aumentando così la presenza in Dio, Che riempie ogni cosa. L'uomo che mangia questo pane cessa di essere una creatura indipendente dal Dio vivente, ma piuttosto vive soltanto nel nome del Signore.

 

Giovanni 6:55-57 Poiché la mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me ed io in lui. Come il Padre vivente mi ha mandato ed io vivo a motivo del Padre, così chi si ciba di me vivrà anch'egli a motivo di me.

 

I trecento uomini valorosi di Gedeone, che portarono fuori la luce, celata nei loro vasi terreni mentre suonavano le trombe, rappresentano l'apparentemente insignificante pagnotta di pane d'orzo, che sbucò dal nulla nel campo dei nemici orientali e capovolse la tenda. All'eterna chiamata dello Spirito, che li richiamò a sé, essi divorziarono dalla corruzione e dalla mortalità, proprio come dimostrato nella rottura dei vasi d'argilla, ponendosi sul livello di immortalità e incorruttibilità, svegliandosi nella rivelazione dell'Eterno, Che non ha principio né fine. Questa è la vera vita, la luce del mondo e il pane della vita.

 

La vera vita dell'invisibile e incorruttibile Dio si realizza, quando l'uomo si sveglierà nell'interiore uomo spirituale, realizzando pertanto, la sua unità con l'eterno corpo spirituale del Signore del Cielo. Questo fa sì che Gesù comunichi con il pane (Suo corpo spirituale o coscienza) e beva il vino (Suo sangue o vita). Fatelo in ricordo dell'unico eterno corpo spirituale del Signore; mantenetevi sempre in questo corpo spirituale restando in un'unione continua. Rammentate sempre la vostra parte in quell'unico corpo spirituale, perché questa è la vostra salvezza dalla perdizione e corruzione in questo mondo. Vi mantiene anche nella vostra vita ricca di piaceri, infinitamente lontana dai tormentatori (principati) di questo mondo inferiore.

 

Giuseppe, il solo che fu divinamente separato dai suoi fratelli, guidandoli e proteggendoli anche a tempo debito, è un esempio allegorico di coloro che si cibano del pane celeste e vivono l'esaltazione nella vita. Nella sua cella in prigione, durante un incontro divino, incontrò il Panettiere,  simbolo del pane, e il coppiere, simbolo del vino. Secondo una ispirazione puramente divina, vediamo che lo Spirito indica che Giuseppe dovette fare la comunione con il pane e il vino dal Cielo, che abbiamo stabilito essere il corpo, coscienza del Padre, Che si manifesta per mezzo del Figlio. Attraverso la comunione, Giuseppe, ossia un figlio risorto, venne esaltato fuori dalla prigione, ossia una tipologia di coscienza materiale (carne e sangue), fino a trono più alto di tutto il pianeta, ossia una rappresentazione dello Spirito. Giuseppe divenne quello stesso pane della vita, dando vita ad un mondo rovinato dalle carestia. Per vivere, le nazioni dovettero ricevere il pane di Giuseppe; egli divenne un simbolo della manifestazione del pane celeste sulla terra. Questo è tipico di un popolo che ha mangiato tale pane celeste e pertanto, vive nel nome del pane, diventando così questo stesso pane della vita, manifestando l'infallibile coscienza del Padre sulla terra, chiedendo a tutti di entrarvi subito in contatto.

 

Occorre mangiare questo pane, la manna dal Cielo, anche se è messa gratuitamente a disposizione di tutti, è nascosto, dai saggi ai prudenti che si arrampicano sulle credenze di quest'epoca. Per cibarsi di questo pane, l'uomo deve diventare come i bambini piccoli, abbandonando tutta la saggezza umana e religiosa. Come i due discepoli sulla via di Emmaus, che nascosti nella loro casa, mangiarono il pane celeste e aprirono gli occhi per vedere il Dio vivente, ogni uomo deve mangiare questo pane, e allora vedrà se stesso come l'unico, il Cristo. Questa è la volontà del Padre: desidera che tutti vediamo con la vista interiore della comprensione il mistero dell'invisibile e amato Figlio, per poi svegliarci in Lui; questa è la salvezza del Signore.

 

Giovanni 6:40 Questa infatti è la volontà di colui che mi ha mandato: che chiunque viene alla conoscenza del Figlio e crede in lui, abbia vita eterna, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».

 

Lot è un esempio di quelli che ricevono questo pane celeste con gratitudine, e trovano la salvezza in comunione con esso. Mentre mangiava pane azzimo con due angeli celesti nella sua casa, lo Spirito indica in realtà, una cena con la pura coscienza spirituale del Padre. Il pane azzimo è privo di lievito, e quest'ultimo è simbolo delle menzogne degli uomini di quest'epoca. Le menzogne sono essenzialmente ciò che nasce dalla coscienza, che nega lo Spirito, il Cristo interiore. Negare il Cristo significa camminare nella carne: ed è proprio questa la trasgressione dell'uomo.

 

Occorre notare che i messaggeri (angeli), che portavano con sé l'infallibile dono del Cielo, non furono riconosciuti dagli abitanti della terra, Sodoma e Gomorra; infatti, gli abitanti della città cercarono di disonorarli. A volte, ci si chiede perché gli uomini respingano il messaggio del messaggero. Il mondo non riceve il messaggero, perché è accecato dalle lussurie illusorie di questo mondo materiale. Fu un intuitivo Lot, che rappresenta chi ha orecchie per ascoltare e occhi per vedere, a riconoscere la bussata divina alla porta del suo cuore, dire:

 

Apocalisse 3:20 Ecco, io sto alla porta e busso; se qualcuno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui, e cenerò con lui ed egli con me.

Apocalisse 3:21 A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono posto a sedere col Padre mio sul suo trono.

 

All'alba del nuovo giorno Lot fu portato fuori dalla città dagli angeli con un'istruzione: Scappa per la tua vita; non voltarti indietro e non fermarti dentro la valle; fuggi verso le montagne, per non essere travolto.  

 

Simbolicamente, lo Spirito sta indicando come la comunione con questo pezzo di pane celeste conduce gli eletti di Dio nella gloriosa libertà del Figlio di Dio, sulle eterne colline di Sion, dove dimorano il potere e la Gloria del Dio vivente. Esso rivela l'alba della stella del mattino nella coscienza dei figli di Dio, quando si sveglieranno dalla morte, per tornare al proprio io immateriale. Questa è la grazia del Signore Gesù, o il potere della resurrezione che agisce in noi, mentre ceniamo con l'infinita coscienza del Padre, Che si manifesta come il pane della vita.

 

Con la percezione della creazione per mezzo della mente naturale, sembra esserci sempre un'innumerevole negatività intorno all'uomo; molti si ammalano, muoiono, sono impauriti, tutto questo perché falliscono nel riconoscere di essere quella pagnotta, il vero corpo spirituale del Dio vivente. Nella sua lettera sul corpo, Paolo dice che molti oggi soffrono, in quanto sono incapaci di riconoscere il corpo del Signore [1 Corinzi 11:23-30]. Molti sono inconsapevoli della loro vera natura incorruttibile, e di conseguenza, patiscono la maledizione della corruzione, dove regnano il verme del cancro e il bruco. Molti falliscono nel realizzare che sulla terra sono in molti ad essere il pane celeste della vita.

 

1Corinzi 10:17 Poiché vi è un solo pane e noi, sebbene in molti, siamo un solo corpo, poiché tutti partecipiamo dell'unico pane.

 

A questo punto, ci si potrebbe chiedere come sia possibile che così tante persone diverse tra loro diventino una cosa sola. Diamo sfogo all'immaginazione e guardiamo il pane: in realtà, è fatto da un numeroso gruppo di particelle di farina, impastate con olio, che formano una pagnotta. Siamo tutti battezzati in un solo corpo celeste, in un solo Spirito. Siamo chiamati a mangiare questo pane (unione) e ad essere una sola entità con esso (corpo spirituale). Chi si ciberà del pane vivrà nel nome del Signore, a significare che diventerà lo stesso pane celeste.

 

Il ministero di riconciliazione del Padre resuscita l'uomo e lo sottrae alla coscienza materiale, riportandolo all'unico corpo spirituale del Signore del Cielo, ossia la pagnotta (personificazione della vita). Il Signore sta inviando la Sua Parola per mezzo dei messaggeri, e per mezzo della Sua diretta volontà di riunire i Suoi figli di nuovo nel pane; ecco perché ascoltiamo messaggi del genere oggi. Gesù lo dimostrò quando sfamò con il pane le moltitudini, dopodiché inviò i Suoi discepoli (messaggeri-angeli) a radunare tutti i pezzi di pani rimasti in dodici/sette ceste (Marco 8:19-20). Innanzitutto, c'è un banchetto con il pane, poi il raduno in dodici e sette ceste delle briciole in una, e ciò servì a dimostrare, dal punto di vista divino, il ministero di riconciliazione, per risvegliare l'uomo e riunirlo in quel solo corpo spirituale, in cui dimora la pienezza di Dio.

 

Questo è il giorno del ricordo e un raduno dei figli di Dio, provenienti da tutte le nazioni della terra che si uniscono in una sola, in accordo con la buona e perfetta volontà di Dio. Non conta quanto un uomo sia disperato e distante dal corpo, la grazia e il potere di Dio lo riporteranno nel corpo. La Sua grazia e il Suo amore raggiungeranno le grandi profondità dell'inferno, per prendere i suoi figli che hanno dormito proprio lì.

 

Deuteronomio 30:1-4 «Così, quando ti saranno venute addosso tutte queste cose, la benedizione e la maledizione che io ti ho posto davanti, e tu le richiamerai alla mente fra tutte le nazioni, tra le quali l'Eterno, il tuo DIO, ti avrà scacciato, e ritornerai all'Eterno, il tuo DIO, e ubbidirai alla sua voce, tu e i tuoi figli, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, secondo tutto ciò che oggi ti comando, l'Eterno, il tuo DIO, ti farà ritornare dalla schiavitù, avrà pietà di te e ti raccoglierà di nuovo fra tutti i popoli, fra i quali l'Eterno, il tuo DIO, ti aveva disperso. Anche se fossi stato scacciato all'estremità del cielo, l'Eterno, il tuo DIO, ti raccoglierà di là e di là ti prenderà.

 

Non importa quanto le briciole siano disperse e lontane sulla terra: ascoltate la Parola del Maestro: E, dopo che furono saziati, Gesù disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati perché niente si perda» (Giovanni 6:12). La Sua immutabile volontà consiste nel resuscitarci e riunirci presso di Sé, a differenza dell'opinione che avete di voi stessi, rivelando la natura vicario del ministero di riconciliazione di Dio, oggi sulla terra. Ascoltate! A Dio non interessa ciò che percepite come fallimenti, o a quante volte credete di essere caduti. Egli è solo interessato che conosciate la verità, secondo cui siete tutti in realtà, l'immagine espressa della Sua immagine invisibile, e lo splendore della Sua Gloria.

 

Servite a tavola il Signore; innanzitutto, cessate le vostre attività e recatevi nella segretezza della vostra interiore stanza superiore, mangiate e cibatevi con il pane celeste, che abbiamo definito come la coscienza o mente di Dio Padre, amministrata dallo Spirito. Egli dice di farlo in ricordo dell'unica vita del Padre. In questo modo, vi riunirete coscientemente in quel pezzo di pane, perché il velo dell'ignoranza sarà per sempre distrutto, e la maestosa bellezza dell'unico Dio vivente, la vostra vera essenza, sui monti eterni, risplenderà come il sole a mezzogiorno [Isaia 25:6].

 

Imparate dalla farfalla che cessa ogni azione esteriore, entrando nella sua interiore stanza segreta, ossia lo stadio di pupa o di riposo. In questo stato, la farfalla si nutre di una sostanza che dall'esterno non si vede; questo non vi ricorda la manna nascosta, il pane del Padre? Questa sostanza nascosta serve ad aiutare la farfalla nella sua miracolosa conversione dal basso stadio di bruco, il terrestre, nella bella farfalla volante. Ancora una volta, questo si riferisce all'ascensione dell'uomo dall'ingloriosa creatura terrestre, nella gloriosa celestiale creatura, che è Dio in persona.

 

Non esiste alcuna altra salvezza di cui si possa sentire per un uomo, affinché si riscopra nel pane celeste della vita. Mangiate questo pane, svegliatevi alla vostra vera spiritualità e diventate quel pane che ha il potere di resuscitare e dare la vita al mondo.

 

Nel Suo Maestoso Nome

Trevor Eghagha